Nella Val di Susa, in provincia di Torino, la questione dei respingimenti dei migranti al confine con la Francia è tornata a far discutere: l’associazione umanitaria Rainbow4Africa e la Croce Rossa hanno denunciato l’utilizzo di droni da parte della gendarmerie francese.

Migranti sul confine con la Francia: la polizia usa droni per allontanarli

L’onlus ha anche segnalato la difficile situazione nel rifugio Massi di Oulx, che ospita coloro che vengono respinti dalla gendarmerie francese. Secondo Paolo Narcisi, presidente di Rainbow4Africa, oltre 180 migranti sono stati accolti nel rifugio, e alcuni di loro sono costretti a dormire per terra a causa dell’affollamento.

La situazione è diventata ancora più allarmante quando è emerso che, nella mattina del 1 ottobre, altri 40 migranti sarebbero stati respinti attraverso i boschi. Questi migranti hanno riferito di aver visto l’uso di droni da parte della gendarmerie francese per allontanarli.

Le autorità francesi sembrano ignorare le richieste dell’Unione europea di rispettare la direttiva sui rimpatri e continuano a respingere i migranti in Italia, nonostante la recente sentenza della Corte di Giustizia UE. La Caritas locale fornisce assistenza a oltre 250 migranti al giorno, un aumento significativo rispetto ai 180 registrati solo poche settimane fa.

La denuncia: “La Francia non rispetta la normativa europea sui migranti”

Maurizio Marmo, responsabile della Caritas Intemelia, ha riferito che la maggior parte dei migranti provenienti dal Sudan, dall’Eritrea e dalla Costa d’Avorio considerano l’Italia solo come luogo di transito, ma vengono bloccati al confine con la Francia. Questo ha portato a tentativi di ingresso illegale più rischiosi da parte dei migranti, con 47 decessi registrati dal 2015.

Stefano Cavalleri, segretario provinciale del sindacato di polizia Sap a Imperia, ha evidenziato che se la Francia rispettasse le normative europee, i respingimenti sarebbero meno frequenti e il processo sarebbe più regolamentato. Tuttavia, la situazione attuale indica che i respingimenti continuano a una frequenza preoccupante.

Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Piantedosi, e il suo omologo francese, Gérald Darmanin, hanno recentemente firmato un accordo sulla sicurezza, dimostrando l’impegno dell’Italia nel risolvere il problema dei respingimenti. Domani, il ministro Piantedosi sarà a Ventimiglia per discutere l’urgente situazione dei migranti e l’ipotesi di aprire un centro di permanenza e rimpatrio nella città al confine tra Liguria e Francia.