Ha detto di augurarsi che i ragazzi coinvolti vengano espulsi, il professore di Bari che pochi giorni fa è stato colpito in classe con una pistola a pallini.
Mi sono spaventato. Ho avuto molta paura – ha raccontato in un’intervista al Corriere della Sera -. Quanto ti puntano una pistola, non capisci subito se sia un giocattolo oppure no. Mi è mancata l’aria, ho provato panico. Poi ho avvertito un bruciore al petto, esattamente dove mi ha colpito il pallino.
La sua vicenda ha ricordato a molti quella della prof di Rovigo colpita al volto durante una lezione e rimasta ferita, conclusasi con la mancata bocciatura degli studenti responsabili.
Bari, la testimonianza del professore colpito in classe con una pistola a pallini
I fatti risalgono a venerdì scorso. Stando a quanto ricostruito finora, Pasquale Pellicani, insegnante di Diritto ed Economia all’Istituto tecnico Romanazzi di Bari, sarebbe stato colpito con alcuni pallini sparati da una pistola ad aria compressa mentre si trovava in aula, accusando un malore a causa dello spavento.
Ero appena entrato in aula, eravamo al cambio d’ora – ha raccontato al quotidiano -. Quando mi sono accomodato dietro la cattedra ho visto uno dei miei studenti (di circa 17 anni, ndr), seduto all’ultimo banco, correre verso di me. A quel punto è partito il colpo. Meno male che qualche secondo dopo ho recuperato il pallino. Era ancora a terra. In caso contrario, sarebbe stato difficile dimostrare quanto accaduto.
Negli attimi immediatamente successivi lo studente responsabile si sarebbe scusato con lui, dicendo di aver sparato perché convinto che la pistola fosse scarica. A portarla con sé era stato un secondo ragazzo, “per gioco”: rimproverati dalla preside, entrambi, secondo il prof, “hanno capito di aver sbagliato”. Eppure è giusto, secondo lui, che si assumino la responsabilità di ciò che hanno fatto.
Il provvedimento disciplinare
Stiamo immaginando una sanzione che, sotto il profilo disciplinare, sia forte. Dal canto mio ho deciso di non sporgere denuncia, in modo da non rovinare penalmente questi due studenti che sono ancora minorenni. Sono un uomo di fede, perdono, non voglio aggravare la loro situazione. Tutti mi hanno spinto a denunciarli, tuttavia per me è meglio così,
ha spiegato Pellicani, che comunque ne chiederà l’espulsione.
Credo che la sospensione sia troppo poco. Non avendo denunciato i ragazzi, voglio che almeno il provvedimento emesso dalla scuola sia esemplare,
ha aggiunto, dando ragione al ministro dell’Istruzione Valditara quando dice che occorrono pene più severe in caso di episodi simili a scuola. Episodi ormai sempre più frequenti, che invitano alla riflessione e all’azione.
Rispetto per esempio alla mia generazione, i ragazzi hanno una percezione diversa della realtà. Ecco come si spiegano i fatti di cronaca delle ultime settimane, penso agli stupri o alle aggressioni. È come se non ci si rendesse conto della gravità di taluni gesti […]. Non si tratta di episodi isolati. Si vive tutto come se fosse un gioco, una bravata. Se sarò chiamato in commissione a parlarne – conclude il professore – acconterò esattamente questo: gli studenti ormai si mettono a tu per tu con i professori.
I precedenti
Qualche mese fa la stessa vicenda aveva coinvolto una prof di Rovigo. Poco dopo, ad Abbiategrasso, la professoressa Elisabetta Condò era stata pugnalata in aula da uno studente mentre era girata di spalle. Sembra che gli avesse messo delle note e che lui, preoccupato di rischiare l’anno – pur non presentando una situazione particolarmente critica – avesse deciso di colpirla per “punirla” e vendicarsi di lei, ferendola al punto da costringerla a lasciare l’insegnamento per diversi mesi e ad intraprendere una lunga riabilitazione, fisica e psicologica.