Aumento pensioni 2024, il governo dà il via libera al conguaglio anticipato con la Nadef, la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza.
Aumento pensioni 2024, conguaglio anticipato
I deficit finanziari nel 2023 ammontano a 3,2 miliardi di euro e saranno utilizzati, attraverso un provvedimento d’urgenza, per vari scopi, come l’adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici del 2024, misure per il personale delle pubbliche amministrazioni e la gestione dei flussi migratori.
Ricordiamo infatti che l’aumento del 7,3% degli assegni e dei contributi previdenziali, applicato nel 2023, era solo temporaneo. Possiamo ora considerare l’indice di aumento Istat definitivo, che ammonta all’8,1%, con un incremento positivo dello 0,8%, che porterà sugli assegni i relativi conguagli con tanto di arretrati.
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Manovra con deficit di 15,7 miliardi
Nel 2024, la manovra prevede un deficit di 15,7 miliardi di euro che verranno utilizzati per diverse finalità. Nel quadro del prossimo disegno di legge di bilancio, saranno destinati al taglio del cuneo fiscale sul lavoro, all’attuazione della prima fase della riforma fiscale, al sostegno alle famiglie e alla genitorialità, ai rinnovi contrattuali nel settore pubblico (con un’attenzione particolare alla sanità), al potenziamento degli investimenti pubblici (con priorità per quelli previsti nel Pnrr) e al finanziamento delle politiche esistenti.
Secondo la Nadef, gli spazi finanziari disponibili sono di 3,2 miliardi di euro nel 2023, 15,7 miliardi di euro nel 2024 e 4,6 miliardi di euro nel 2025. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato l’intenzione di utilizzare questi fondi per affrontare diverse sfide, come l’adeguamento Istat per i trattamenti pensionistici, le misure per il personale della pubblica amministrazione e la gestione dei flussi migratori.
Per quanto riguarda gli scenari macroeconomici, Giorgetti è cauto e sottolinea che, nonostante si preveda una sensibile riduzione dell’inflazione nei prossimi mesi, l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, in particolare dei generi alimentari, rimane una delle principali preoccupazioni del governo. Pertanto, oltre all’accordo con le categorie produttive e distributive per contrastare l’inflazione nel breve termine, il governo ha deciso di confermare il taglio contributivo per il 2024, che rappresenta la principale misura della legge di bilancio in termini di impatto sulla finanza pubblica.