Si intravede un rischio di attriti continui tra governo e magistratura nel segno dei migranti, il tribunale di Catania ha di fatto bocciato il decreto e le nuove procedure messe in campo dal governo nelle ultime settimane.

Il tribunale sconfessa il decreto sui migranti

Nei fatti, ieri 29 settembre, il tribunale di Catania ha negato la convalida del trattenimento dei richiedenti asilo di Pozzallo alla luce delle disposizioni del Decreto ministeriale del 14 settembre 2023.

Tra le nuove procedure si prevede il trattenimento dei cittadini stranieri provenienti da Paesi cd sicuri che chiedono protezione internazionale se non presentano personalmente una garanzia finanziaria di 4.938 euro. La giudice siciliana ha ritenuto illegittimo alla luce del diritto comunitario e della Costituzione italiana. 

Il Viminale annuncia ricorso

Non si è fatta attendere la risposta del ministero dell’Interno che, attraverso le agenzie ha comunicato che impugnerà il provvedimento del Tribunale di Catania.

Dal ministero si affrettano a far trapelare che la procedura accelerata di frontiera è uno degli aspetti che, “già contenuto nella direttiva europea 2013/33/Ue, trova oggi l’unanime consenso dei Paesi europei nell’ambito del costruendo nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo e che il governo italiano ha disciplinato nel decreto Cutro”.

“Si tratta di due cittadini tunisini destinatari di provvedimenti di espulsioni già eseguiti (ciò nonostante rientrati nel territorio italiano) che nel corso dell’udienza per la convalida hanno invocato in un caso la protezione per la necessità di ‘fuggire perché perseguitato per caratteristiche fisiche che i cercatori d’oro del suo Paese, secondo credenze locali, ritengono favorevoli delle loro attività’ (particolari linee della mano), nell’altro ‘per dissidi con i familiari della sua ragazza i quali volevano ucciderlo ritenendolo responsabile del decesso di quest’ultima’”

La maggioranza insorge, FdI e Lega sugli scudi

Per la maggioranza questa presa di posizione è un’intrusione in competenze non proprie ai tribunali. Al capogruppo alla camera di FdI Foti è stata affidata una parte della risposta del partito di maggioranza.

“Al riguardo, occorre rilevare che, trattandosi di normativa promanante da un decreto legge, al giudice compete di rispettare il dettato costituzionale, segnatamente l’articolo 101. Non solo: proprio il Consiglio dei ministri si era mosso nella linea espressa dal Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che aveva ribadito “decidiamo noi chi entra in Europa, non lo decidono i trafficanti di esseri umani”. Non ci si può esimere dal notare come a fronte delle decisioni del governo Meloni di regolare un fenomeno di portata europea quale quello dell’immigrazione, si contrappongano decisioni del tutto irragionevoli in punto di diritto”

Un po’ diverso il tono della deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione che ha voluto ribattere con il tribunale di Catania come una decisione ideologica

 “Spiace dover constatare come ancora una volta si pieghi il diritto all’ideologia. Di queste procedure secondo i criteri che sono stati pedissequamente rispettati dalla normativa italiana. Purtroppo, come già accaduto in passato, mentre il Governo lavora per fermare l’immigrazione illegale di massa e la tratta di esseri umani, una parte della magistratura ideologizzata fa di tutto per ostacolarlo”