Papa Francesco ha celebrato un Concistoro straordinario in Piazza San Pietro, durante il quale ha creato 21 nuovi cardinali provenienti da diverse parti del mondo. I nuovi cardinali provengono da diverse nazioni, dall’Argentina alla Polonia, dalla Malesia a Hong Kong, dal Sud Sudan alla Terra Santa. Questa scelta riflette l’approccio aperto e inclusivo del Papa nei confronti delle diverse realtà culturali e geografiche della Chiesa.
21 nuove nomine di cardinali da tutti il mondo
La cerimonia si è svolta sul Sagrato della Basilica di San Pietro, dove Papa Francesco ha personalmente impartito la berretta cardinalizia, consegnato l‘anello e assegnato il Titolo o la Diaconia a ciascun cardinale. Questo gesto simbolico rappresenta l’accettazione di una responsabilità speciale nella guida della Chiesa e l’adesione ai valori e agli ideali del Papa.
Durante la cerimonia, il Papa ha pronunciato un’omelia in cui ha sottolineato l’importanza dell’unità nella Chiesa e ha citato un passaggio degli Atti degli Apostoli che menziona la diversità di popoli presenti a Gerusalemme. Il Papa ha paragonato questa diversità alla varietà dei nuovi cardinali, provenienti da nazioni diverse, sottolineando così il messaggio di unità nella diversità.
Chi sono i nuovi cardinali eletti da Papa Francesco
Tra i nuovi cardinali, spiccano figure di grande rilievo, come Robert Francis Prevost, Claudio Gugerotti, e Víctor Manuel Fernández, che ricoprono importanti incarichi all’interno della Chiesa. Tuttavia, la nomina è stata una sorpresa per molti di loro, che non si aspettavano di essere inclusi nel Collegio cardinalizio.
Questo Concistoro straordinario ha portato il numero totale di cardinali a 242, di cui 137 sono elettori. Questo significa che sono eleggibili nel caso si debba scegliere un nuovo Papa.
In un momento in cui la Chiesa affronta sfide e discussioni su questioni cruciali, la diversità rappresentata da questi nuovi cardinali potrebbe portare a un dialogo più ricco e costruttivo all’interno della Chiesa stessa. La nomina di cardinali provenienti da diverse realtà geografiche e culturali è un segno di speranza per una Chiesa che cerca di essere inclusiva e aperta a tutti.