In campo era un vero e proprio direttore d’orchestra, che nei momenti di difficoltà non levava mai la gamba. La crisi della Roma non riesce a vedere fine, e forse la garra di Gaetano D’Agostino avrebbe fatto comodo. L’ex centrocampista, con un passato in giallorosso, punta il dito sull’assenza dei motori che girano a mille: “In campo c’è chi pensa di stare ad una sfilata di moda” afferma schietto D’Agostino, che in esclusiva a Tag24 ha analizzato la crisi della Roma.

Gaetano, cosa succede alla Roma?

“Vedendo quello che sta succedendo, dobbiamo parlare dal punto di vista dell’umore. Non vorrei che i giocatori si siano un po’ assuefatti da ciò che è successo negli anni passati, ovvero la vittoria della Conference e la finale di Europa League. Perché rispetto all’allenatore non sono abituati a vincere e quindi mentalmente hanno pagato dazio. C’è un’altra opzione: se prendiamo uno per uno i calciatori della Roma e li analizziamo dal punto di vista del motore, è preoccupante quello che si è visto. L’esempio è Gudmundsson: sul gol del 2-1 ne ha saltati cinque con troppa facilità, e nessuno è riuscito a contrastarlo oppure a nessuno è venuto in mente di fare fallo per bloccarlo. Manca la gamba, vedo troppe persone che si trovano in campo come se dovessero fare una sfilata di moda”.

Come ti spieghi questa mancanza di cattiveria?

“Forse si parla un po’ troppo delle due finali europee. La Conference vinta, la finale di Europa League, si è rimasti lì e c’è stato del rilassamento. Il difetto della Roma per me è proprio questo, non saper resettare dopo questi eventi. Quelli che vincono dopo due giorni guardano avanti. Invece se anche Mourinho dopo il 4-1 rimarca ancora il passato vuol dire che si è rimasti a quel punto”.

Qualche colpa ce l’ha anche Mourihno?

“Colpe non ne do, parlo più dal punto di vista della prospettiva e programmazione. Quando un allenatore come Mourinho, tra i più forti a comunicare, rimarca le due finali europee e parla ancora di Ibanez, lancia dei messaggi in codice alla società, ovvero che non è contento. Non penso che Mourinho dica le cose a caso, anche perché se fai 5 punti in campionato ti presenti in un altro modo davanti alle telecamere invece di rimarcare ancora le due finali europee”.

Come si esce da questo momento?

“Con l’umiltà, correndo, mettendo giocatori con gamba e fame. Se questo vuol dire andare avanti con 12-13 elementi così sia. C’è l’Europa League? Ma se si può fare affidamento su pochi elementi c’è poco da fare. Se ci sono giocatori che non riescono a giocare ogni tre giorni, che sono stati presi a fare? Tanto vale puntare sull’usato sicuro”.