Riforma pensioni e NADEF, la manovra prudente azzoppa le pensioni. Non sarà facile per il governo Meloni realizzare una manovra finanziaria coerente con le promesse annunciate il campagna elettorale, né tantomeno realizzare quelle annunciante nell’ultimo periodo. I conti del NADEF sono cristallini. Le previsioni per il 2024 ruotano su un PIL all’1,2, contro una prospettiva dell’1,4 per cento formulata in primavera. Lo scenario economico italiano appare molto turbolento, due terzi della Manovra in deficit. L’andamento del debito si manterrà su indici alti, senza la possibilità di riduzione con un margine di esposizione agli interessi lievitati grazie all’aumento dei tassi d’interessi imposti dalla BCE. In questo contesto di difficoltà economica dichiarata, la maggiore preoccupazione è rivolta verso le pensioni degli italiani.
Riforma pensioni 2024: come sarà dopo il NADEF?
La partita previdenziale dei prossimi mesi sarà chiusa. Parlare della riforma delle pensioni in un clima poco disteso non preannuncia nulla di buono. Nelle ultime ore, si sente parlare di nuovi condoni, emerge forte e chiara la necessità di far cassa in modo “alternativo”. Per l’Italia, la Manovra 2024 è tra le partite più difficili. Il quadro previdenziale non mostra grosse novità. Per il 2024, la riforma pensioni dopo il NADEF sarà orientata verso la conferma delle tre misure in scadenza il 31 dicembre 2023: Ape sociale, Opzione donna e Quota 103.
Nell’attesa di scoprile le misure della prossima legge di Bilancio, ci si auspica l’introduzione di misure adatte agli under 35. Secondo numerosi esperti, per i più giovani molto probabilmente saranno introdotte nuove norme per cumulare la pensione pubblica con i fondi complementari (rendita privata). I due strumenti accorpati insieme permetteranno il ritiro dal lavoro a 64 ani di età o il perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, senza troppi sacrifici.
II governo, come è noto, ha approvato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NADEF), delineando il perimetro delle risorse finanziarie per la Manovra 2024. La strada intrapresa è improntata sulla prudenza. Sul fronte previdenziale non si intravedono grossi scossoni. La riforma Fornero resterà in vigore, non sono state introdotte modifiche, sebbene l’abolizione della riforma “lacrime e sangue” sia stato uno dei punti principali del programma elettorale.
Pensioni 2024: addio riforma mancano le risorse
Come spiegato da formiche.net, i dati sul Pil del secondo trimestre mostrano un andamento in ribasso del -0,4% e la Commissione Ue ha tagliato le stime sul Pil per quest’anno (+0,9%) e il prossimo (+0,8%). La mossa della BCE ha impattato sul costo del debito pubblico.
Per mantenere alcune delle promesse nella Manovra, il governo ha dovuto alzare l’asticella del deficit da un tendenziale al 3,7-3,8% e uno programmatico, quello del 2024, al 4,2-4,3%, da cui emerge un margine di 0,4 -0,5 punti percentuali, ovvero risorse finanziarie per appena 8 – 10 miliardi da indirizzare al taglio del cuneo fiscale; oltre a ciò, non sarà possibile. Il disavanzo si attesta al 5,2%. Le risorse finanziarie recuperate non sono sufficiente a garantire il taglio del cuneo fiscale.
La possibilità che possa essere introdotta una riforma delle pensioni sono quasi nulle. Solo per parte degli interventi promossi nelle ultime settimane, sarà necessario reperire nuove entrate, molto probabilmente dalla tassa sugli extraprofitti e una nuova tassa sui giochi.
Cosa entrerà alle pensioni nel 2024?
Secondo numerosi esperti, dopo il NADEF la riforma pensioni non ci sarà. Nella legge di Bilancio 2024, saranno introdotte numerose misure in favore delle famiglie, pensionati e lavoro. Le previsioni portano all’attivazione di diversi meccanismi istituiti per favorire la crescita del Paese.
Non è un caso che diverse discussioni portino all’indicizzazione degli assegni previdenziali, che potrebbero registrare valori in ribasso rispetto alle aspettative. Allo stesso modo, la rivalutazione al 100% coinvolgerà i trattamenti fino a 4 volte il trattamento minimo (2.200 euro lordi). Per il 2024, è possibile che non venga modificata l’indicizzazione all’85% fino a 4 e 5 cinque volte il trattamento minimo.
Infine, le risorse finanziarie saranno destinate a garantire l’uscita a 62 anni con 41 anni di contributi attraverso la Quota 103. Per i lavoratori appartenenti alle categorie meritevoli di tutela (disoccupati, caregiver, invalidi e gravosi), sarà possibile accedere all’anticipo pensionistico Ape sociale anche per il 2024. Questa misura permetterà l’uscita dal lavoro a 63 anni con 30, 32 o 36 anni di contributi. Il destino di Opzione donna è incerto, è possibile che venga nuovamente modifica e non è chiaro se la misura sarà rinnovata.