Le immagini di Beka Beka sul ponte di Nizza salvato dai pompieri ha scioccato il mondo, per capire come si può intervenire di fronte a certi episodi drammatici abbiamo intervistato in esclusiva il mental coach Sandro Corapi. Il Nizza ha immediatamente messo al servizio della squadra allenata dall’italiana Francesco Farioli un team di psicologi per supportare i calciatori e provare a preparare la partita di campionato contro la capolista Brest. Una situazione irreale che porta alla ribalta la fragilità umana di uno sportivo che ora dovrà attraversare un periodo di recupero mentale per tornare a correre su un campo da calcio.
Il parere del mental coach Sandro Corapi
Sandro Corapi ha dedicato una vita alla trasformazione e allo sviluppo del proprio potenziale interiore con esperienza ai massimi livelli anche in ambito sportivo. E’ intervenuto in esclusiva a Tag24 per spiegare come poter intervenire sul protagonista della vicenda ma anche sul resto dello spogliatoio. Con Corapi abbiamo provato anche ad entrare nello spogliatoio del Napoli e della Roma visti i problemi che stanno avendo Rudi Garcia e Josè Mourinho.
Cosa si può fare per evitare certi episodi?
“In casi come questo bisogna intervenire rapidamente per capire lo stato emotivo del ragazzo per riuscire a comprendere cosa lo abbia spinto soprattutto a pensare di commettere un gesto del genere. Un supporto psicologico e mentale diventa di fondamentale importanza”.
Come si gestisce un giocatore che attraversa un momento di difficoltà extra campo?
“Occorre un supporto con dei professionisti affinché il ragazzo abbia l’opportunità di parlare apertamente in modo tale da poter essere aiutato. Chi lo ascolta deve essere in grado di comprendere quelle che sono le dinamiche emotive che il giocatore sta vivendo. Non serve solamente ascoltare e farlo sfogare, ma anche per dare una interpretazione a quelli che sono i pensieri e le emozioni che sta vivendo il ragazzo. Per questo motivo serve un professionista in grado di percepire ciò che c’è dietro le parole. Dietro di queste si celano tantissime emozioni che spingono un essere umano a commettere certe azioni. Le emozioni negative possono infatti portare un individuo a commettere dei gesti estremi che razionalmente parlando sembrano impossibili. Purtroppo, quando c’è un sequestro emozionale, per cui la ragione passa in secondo piano rispetto alla sfera emotiva, può succedere di tutto”.
Come si interviene negli spogliatoi in casi così drammatici?
“Esattamente in questi casi si comprende l’importanza di avere un professionista all’interno di un gruppo squadra. Serve trasformare lo smarrimento e il senso di confusione che si viene a creare in una forza motivazionale per poter scendere in campo con maggior fervore agonistico. Occorre dare allo spogliatoio delle certezze ben precise razionalizzando quando capitato”.
È arrivato il momento di inserire obbligatoriamente figure che aiutano gli atleti nelle società?
“Basta guardare cosa succede in qualunque azienda di medio alto livello, tutte si sono dotate di mental coach che sono diventati fondamentali per migliorare e ottimizzare le performance delle persone indipendentemente che siano calciatori, dipendenti, dirigenti o liberi professionisti. Ogni individuo ha un enorme potenziale da poter sfruttare, occorre quindi conoscere la nostra mente per capire come uscire dalla propria area di comfort per riuscire a performare nel miglior modo possibile. Raggiungere questi livelli però non è semplice, bisogna gestire nel modo corretto i processi per arrivare a determinati risultati. Il mental coach, quindi, ricopre esattamente questo ruolo: insegna a tirar fuori il potenziale di ogni individuo”.
Che problemi sta attraversando Rudi Garcia con Victor Osimhen?
“Bisogna prevenire a monte certe dinamiche. Osimhen ha giustamente chiesto scusa ai compagni, all’allenatore e all’ambiente del Napoli ma questo episodio deve far accendere un campanello di allarme visto che indica qualcosa che non funziona. Un allenatore che ha il polso della situazione non fa succedere certi episodi. Il giocatore ha mostrato mancanza di rispetto al netto della rabbia che un calciatore può avere ma credo che dovrebbe prendersela con sé stesso. L’errore lo ha commesso lui e non il tecnico. La sostituzione è una scelta di cui un mister ha piena facoltà, poi però serve dare un imprinting nella gestione della leadership all’interno dello spogliatoio. Se le regole sono chiare, allora il calciatore deve attenersi”.
Mourinho ha ancora le redini dello spogliatoio della Roma?
“Mourinho è un grande leader ma bisogna capire quanto la sua credibilità sia offuscata all’interno del gruppo squadra. Serve fare un esame approfondito per conoscere le dinamiche dello spogliatoio, capire quanto il mister ha il grip mentale nei confronti della squadra e quali possono essere stati gli elementi che hanno fatto diminuire la credibilità del portoghese. In questi momenti serve un bagno di umiltà sia da parte di Mourinho che della squadra che devono avere un confronto nello spogliatoio anche a brutto muso se necessario. Solo in questo modo si possono risolvere i problemi”.