La strage di Marzabotto anche conosciuta con il nome di eccidio di Marzabotto o eccidio di Monte Sole riguarda un insieme di uccisioni compiute dalle truppe nazifasciste in Italia tra il 29 Settembre e il 5 Ottobre del 1944.
Le vittime di questa strage, secondo i dati raccolti fino ad oggi, furono 775 tra donne, uomini e moltissimi bambini. Le zone di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi registrarono poi anche 721 morti per altre varie cause di guerra.
Il 79° anniversario di questa enorme tragedia si commemorerà Domenica 1° Ottobre anche se sono già molte le iniziative che precedono e seguono questa giornata.
Sabato 30 Settembre infatti si svolgeranno una serie di eventi. Dalle 10 alle 13 alla Casa della Cultura e della Memoria di Marzabotto si potranno ascoltare le interviste dei superstiti dell’eccidio nella conferenza “Voci dell’Eccidio di Monte Sole. Presentazione del progetto di valorizzazione dell’archivio di fonti orali”.
Domenica 1° Ottobre alle ore 9 avrà inizio la giornata di commemorazione con la messa per i Caduti presieduta dal cardinale Zuppi. La giornata continuerà poi in Piazza dei Martiri delle fosse Ardeatine con un dialogo sulla costruzione della pace alla presenza del Cardinale stesso, di Matteo Lepore, Valter Cardi e Valentina Cuppi.
Andrea Marchi, vicepresidente del Comitato Onoranze dei Caduti di Marzabotto ha dichiarato:
“Quello che per noi è fondamentale che si ricordi è che a Monte Sole è stata sterminata un’intera comunità, circa 770 persone hanno perso la vita. Adesso lì c’è un parco storico e un importante Memoriale, ma la vita delle persone non la può riportare indietro nessuno. L’obiettivo quindi è far diventare Monte Sole un luogo fondamentale per lo Stato Italiano, un punto di riferimento per la comunità nazionale, non solo per la città metropolitana di Bologna. Il silenzio di Monte Sole deve diventare un silenzio che parla alle nostre generazioni e a quelle future.”
Strage di Marzabotto: gli eccidi e le testimonianze dei sopravvissuti
Alcuni dei sopravvissuti nel corso del tempo hanno raccontato quanto vissuto durante quei terribili giorni descrivendo i tragici eccidi avvenuti in quelle zone.
Secondo le testimonianze dei superstiti, a Casaglia, il 29 Settembre del 1944, i nazisti uccisero circa 80 persone. La gente impaurita si riunì in chiesa, attorno al parroco don Ubaldo Marchioni, affidandosi alla fede. Erano quasi tutte donne e bambini perché i pochi uomini rimasti erano scappati nei boschi convinti che il rastrellamento fosse rivolto solo contro di loro.
Il parroco venne ucciso proprio dentro la sua chiesa insieme ad alcune persone. La maggior parte di loro fu costretta ad uscire e massacrata con colpi di mitraglia e bombe a mano nel vicino cimitero.
In tutto quel giorno, furono 195 le vittime. Le prime di una settimana di sangue caratterizzata da decine e decine di altri eccidi in villaggi fuori dalla città.
Anche a San Martino, un altro piccolo comune della zona, circa 50 persone, tra cui molte donne e bambini, morirono sotto i colpi di mitraglia e i loro corpi poi incendiati.
In un altro comune limitrofo, molti uomini vennero fucilati sul muretto dell’invaso che aveva il compito di raccogliere l’acqua e lasciati lì fino a quando, diversi giorni dopo, vennero aperte le griglie e i loro corpi senza vita furono trascinati via dalla piena e mai più recuperati.
Lucia Sabbioni, una delle poche superstiti di quell’eccidio e ora scomparsa all’età di 91 anni nel 1944 aveva 15 anni e riuscì a sopravvivere solo perché, quando vide i tedeschi si finse già morta.
Ai pochi sopravvissuti si deve il racconto di quegli indimenticabili giorni e la testimonianza del fatto che molti degli uomini con la divisa delle Ss parlavano in italiano, con un forte accento dell’Appennino bolognese.
Infatti nel dopoguerra si scoprì che Lorenzo Mingardi, segretario del partito fascista repubblicano di Marzabotto e Giovanni Quadri erano coinvolti negli eccidi. Ciò assicura la presenza delle forze fasciste nelle violenze consumate nel territorio di Monte Sole. Furono proprio i gruppi locali a guidare con grande precisione i militari nazisti verso i villaggi presi di mira.
Le cause della strage
La causa della strage di Marzabotto e dei territori vicino, deriva senza dubbio dalla tragica logica della guerra nazista fondata sullo sterminio. Per questo anche a Monte Sole il nemico non era una persona sola ma tutta la popolazione.
La maggior parte delle responsabilità per le uccisioni di Marzabotto vengono imputate nel dopoguerra al maggiore delle SS Walter Reder e all’intero suo reparto.
La sua attuazione però era nata dall’inasprimento degli ordini contro i partigiani voluti da Kesselring e trasformati poi in disposizioni di estrema crudeltà da parte dei suoi generali. Questi infatti consideravano gli abitanti dei villaggi ai piedi degli appennini come diretti responsabili della presenza dei partigiani sul territorio.