Dopo undici mesi di attesa la signora “Anna”, paziente del Friuli-Venezia Giulia affetta da sclerosi multipla da più di dieci anni, potrà accedere al suicidio assistito. Si tratta della prima cittadina in assoluto della regione nord-orientale italiana, la quinta persona in tutto il Paese.
Ad annunciare la svolta sul caso è l’Associazione Coscioni. A sancire il via libera finale è la decisione presa in merito dal Comitato etico. Anna, nome di fantasia, ha 55 anni: aveva avviato l’iter un anno fa e oggi si dice “contenta di essere libera di scegliere e decidere”.
Soddisfazione anche per l’Associazione, che si è battuta a tutela “della salute e della condizione di vulnerabilità di Anna”. Ora la donna potrà usufruire del farmaco per il fine vita e le sarà “garantita l’assistenza del personale sanitario”.
Suicidio assistito in Friuli-Venezia Giulia, lo scorso agosto l’Asl aveva completato la procedura di verifica
La paziente è malata di sclerosi multipla progressiva dal 2010: una patologia irreversibile, senza alcuna possibilità di cura e priva di qualsiasi terapia efficace. Nonostante le sofferenze con cui è costretta a fare i conti, la signora Anna è perfettamente vigile e completamente lucida.
Proprio questa lucidità le ha permesso di enunciare ai propri cari il suo ultimo desiderio: quello di accedere al suicidio medicalmente assistito. Un caso finito all’attenzione prima del Tribunale di Trieste e poi dell’Asl friulana: ad agosto, l’Azienda sanitaria ha terminato la procedura di verifica delle condizioni di Anna. In risposta ai giudici, l’Asl ha confermato che sussistono tutti i requisiti per consentire l’accesso alla morte volontaria assistita.
Filomena Gallo, Avvocata e Segretaria Nazionale dell’Associazione Coscioni, pone l’accento sul “riscontro positivo della Commissione multidisciplinare della ASUGI”, l’Azienda sanitaria triestina.
Nel dichiarare sussistenti tutti i requisiti indicati dalla Consulta con la sentenza 242/2019, ha affermato come l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi cui ‘Anna’ è continuamente sottoposta, anche per l’espletamento delle funzioni di vita quotidiane, è un trattamento di sostegno vitale in assenza del quale non potrebbe autonomamente sopravvivere.