Elly Schlein ha incontrato i lavoratori della Marelli di Crevalcore, piccolo comune della città metropolitana di Bologna, che rischiano di perdere il loro impiego dopo la decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento. La segretaria dem ha mostrato solidarietà agli operai, riunitisi ieri, giovedì 28 settembre, in protesta davanti alla sede regionale dell’Emilia-Romagna.

Siamo con voi nella richiesta che venga ritirata la chiusura dello stabilimento Marelli di Crevalcore. Va salvaguardato questo sito produttivo in questo territorio, perché vuol dire anche salvare le competenze e i saperi che voi avete e che sono fondamentali per una politica industriale che troppo a lungo è mancata in questo Paese e che dobbiamo costruire.

A colloquio con i dipendenti l’esponente del Pd, ex vicepresidente della Regione, ha rivolto un appello al governo, in particolare alle risorse del Pnrr, “che vanno in questa direzione” e ad “altre risorse importanti”.

Ci sono 6 miliardi sull’automotive che il governo precedente aveva già messo a disposizione. E bisogna decidere come farlo. La risposta viene da Crevalcore, viene dalla vostra lotta quotidiana. Quelle risorse vanno messe a supporto di questa filiera. Una filiera che adesso non ha un problema di produzione, quindi si tratta di una scelta politica da parte della proprietà che guarda esclusivamente al margine di profitto ed è inaccettabile che avvenga sulla pelle di 229 lavoratori.

Schlein incontra i lavoratori della Marelli di Crevalcore: domani è il turno di Calenda. I sindacati: “Non è gradito”

Stefano Bonaccini è “molto preoccupato” per le sorti di centinaia di lavoratori, nei confronti dei quali la Marelli si è rivelata “del tutto irresponsabile“. Anche il governatore dell’Emilia-Romagna, ospite di SkyTg24, chiama in causa il governo, sperando che la premier Meloni “faccia sentire la propria voce”.

È evidente che siamo di fronte a problemi seri per questo governo: cadono gli assi che hanno fatto vincere Giorgia Meloni. Questo esecutivo non ha alcuna politica industriale all’orizzonte.

Allo stabilimento di Crevalcore si recherà domani anche Carlo Calenda, che però “non è un ospite gradito” secondo la Cgil. A sottolinearlo è una nota firmata dai segretari regionali e provinciali, insieme a quelli della Fiom.

Nel mirino dei sindacati sono finite le parole del leader di Azione: Calenda aveva accusato Maurizio Landini di non aver preso una posizione ferma sulla vicenda Marelli. Il segretario Cgil avrebbe temporeggiato sulla vertenza “per non andare contro l’editore de La Repubblica”.

Affermazioni che la nota trova “gravissime e offensive non solo per la Fiom e la Cgil, ma anche per tutte le lavoratrici e i lavoratori”.

In un momento così delicato in cui la vita, il lavoro, l’occupazione sono a rischio leggere di un esponente politico che al posto di difendere i lavoratori specula per un minuto di celebrità rende poco onorevole il ruolo di deputato della Repubblica.

Calenda replica ai sindacati: “Andrò a Crevalcore e accetterò eventuali contestazioni”

Dal canto suo, Calenda spiega la propria versione dei fatti attraverso il social network X.

Non ho offeso i lavoratori. Ho criticato Landini e la sua compiacenza verso gli azionisti della Fiat e di Repubblica rispetto alla deindustrializzazione del settore automotive. Landini non è i lavoratori. Pronto a fare un confronto dove e quando vuole.

Il segretario di Azione sottolinea di aver chiesto, in passato, “di bloccare la vendita della Magneti Marelli” durante il governo Conte e di non ricordare “analoghe posizioni” della Cgil.

Andrò a Crevalcore. Accetterò eventuali contestazioni e spiegherò quello che intendiamo fare in Parlamento per difendere i lavoratori di Magneti Marelli.