Le notizie dell’ultima ora provenienti da Palazzo Chigi, ci rivelano un’idea della premier Giorgia Meloni riguardo all’aumento delle pensioni di invalidità. Andiamo ad approfondire di cosa si tratta.

Pensioni invalidità ultima ora, l’idea di Meloni

Il governo guidato da Meloni sta esaminando diverse strategie per proteggere il potere d’acquisto delle pensioni, considerando anche la crescente inflazione, prevista attorno al 10%. Questo aumento dell’inflazione potrebbe comportare un adeguamento degli importi delle pensioni, che già dovrebbero essere rivalutate del 7,3% l’anno prossimo.

Una delle idee prese in considerazione è quella di aumentare la pensione di invalidità ogni tre mesi, una proposta finalizzata a bilanciare l’impatto dell’inflazione e a garantire un miglioramento costante del potere d’acquisto delle pensioni. Tuttavia, al momento, questa proposta non è stata inclusa nella legge di bilancio che deve essere approvata entro la fine dell’anno.

L’ipotesi di adottare un sistema simile alla scala mobile, precedentemente utilizzata fino al 1992 per indicizzare gli stipendi in base all’aumento dei prezzi, è stata presa in considerazione. In base a questa idea, le pensioni potrebbero essere rivalutate ogni tre mesi, tenendo conto dell’incremento dei costi dei beni di consumo.

Va notato che questa rivalutazione trimestrale sarebbe applicata solo alle pensioni con un importo inferiore a 2.100 euro lordi all’anno e non riguarderebbe gli stipendi dei lavoratori dipendenti.

Tuttavia, resta da vedere se questa ipotesi verrà effettivamente implementata per le pensioni di invalidità. Al momento, si tratta solo di un’ipotesi e per ulteriori dettagli ufficiali dobbiamo attendere le comunicazioni ufficiali da parte del Governo.

Come sarebbero gli importi

Relativamente all’atteso aumento della pensione di invalidità ogni tre mesi, è importante sottolineare che al momento sono già previsti adeguamenti delle pensioni di invalidità a partire dal 1° gennaio 2023.

Tuttavia, va notato che queste misure non coincidono con quanto promesso dal premier durante la campagna elettorale. Meloni aveva espresso il suo impegno nell’aumentare gli importi delle pensioni di invalidità, in modo da garantire che non fossero inferiori ad altre forme di assistenza sociale, con un particolare riferimento alla pensione di cittadinanza.

L’obiettivo di portare gli attuali importi delle pensioni di invalidità (attualmente fissati a 292 euro) a circa 780 euro al mese non è realizzabile al momento, dato il notevole impatto finanziario che comporterebbe per le casse dello Stato. Questo è particolarmente rilevante considerando il gran numero di italiani che ricevono la pensione di invalidità.

Attualmente, i percettori della pensione di invalidità dovranno accontentarsi dell’aumento del 7,3% sugli importi delle loro pensioni, come previsto nel decreto firmato dal Ministro Giorgetti il 9 novembre scorso. Tuttavia, data l’attuale inflazione (che si aggira intorno al 10%), è possibile che ci siano ulteriori adeguamenti degli importi nel corso del 2023, con eventuali conguagli.

Ecco alcuni dei dettagli relativi agli adeguamenti previsti:

  • L’assegno mensile di assistenza e la pensione di invalidità civile aumenteranno di circa 21 euro al mese, raggiungendo un totale di 313 euro al mese.
  • Anche l’indennità di accompagnamento vedrà un aumento del 7,3%, portandola a 562,42 euro al mese (con un incremento di 38,26 euro al mese).
  • La pensione per ciechi civili assoluti passerà da 316,38 euro a 339,47 euro al mese (con un aumento di 23,09 euro al mese).
  • La pensione per ciechi civili assoluti ricoverati, per ciechi civili parziali, per sordi e l’indennità di frequenza per invalidi minorenni raggiungeranno 313,91 euro al mese (con un incremento di 21,36 euro al mese).
  • L’indennità di accompagnamento per ciechi civili assoluti aumenterà da 946,80 euro a 1.015,92 euro al mese (con un aumento di 69,12 euro al mese).
  • L’indennità di comunicazione per sordi passerà da 259,75 euro al mese a 278,71 euro al mese (con un aumento di 18,96 euro al mese).
  • Infine, l’indennità speciale per ciechi parziali (ventesimisti) aumenterà da 215,35 euro a 231,07 euro, mentre l’indennità per i lavoratori con drepanocitosi o talassemia major passerà da 525,38 euro a 563,73 euro al mese.