Se il Vesuvio eruttasse dove arriverebbe? Dopo il movimento sismico registrato negli ultimi giorni nella zona dei Campi Flegrei la paura per un’eventuale e possibile eruzione del Vesuvio cresce sempre di più.
Questo vulcano è riconosciuto da tutti come uno dei più pericolosi al mondo, sia per le sue caratteristiche che per la vicinanza di milioni di persone che vivono proprio ai suoi piedi. In caso si risvegliasse provocherebbe senza dubbio moltissimi disastri.
Nell’eventualità che il Vesuvio eruttasse molto probabilmente moltissimi detriti comincerebbero a cadere a terra, rendendo le acque bollenti e ricoprendo le strade di uno spesso strato di cenere.
Sarebbe poi questione di pochi minuti e valanghe di cenere rovente precipiterebbero lungo le pareti del Vesuvio, arrivando a coinvolgere case e palazzi vicino. In poche ore, uno degli insediamenti urbani più densamente popolati al mondo diventerebbe un deserto vulcanico.
Se il Vesuvio eruttasse dove arriverebbe: come verrebbero evacuati gli abitanti
Nel caso in cui venisse dato l’allarme riguardante un’eruzione, l’attuale piano prevede l’arrivo dell’esercito sul territorio. I militari avrebbero il compito di liberare le strade per la fuga degli abitanti.
A causa dell’elevata urbanizzazione cresciuta sempre più dal dopoguerra ad oggi nella zona rossa, quella considerata più rischiosa e nella parte pedemontana del Vesuvio, sarebbero circa 700 mila gli abitanti esposti a grande pericolo. Tutti divisi in più di 25 comuni.
Le persone che abitano o che si trovano in queste zone verrebbero immediatamente trasferiti nelle aree di attesa che appartengono tutte alla sesta municipalità. Queste aree comprendono: il campo sportivo Caduti di Brema, lo stadio comunale Ascarelli e la stazione della Circumvesuviana di via Bartolo Longo a Barra.
Per chi risiede nel territorio dei Campi Flegrei, invece, le aree di attesa rientrano in più punti della città di Napoli come: piazza San Luigi, Posillipo, viale Virgilio, Posillipo, piazza Vittoria, Chiaia, piazza Sannazaro, Chiaia, via Rossini, Vomero, piazzale Monaldi, via Leonardo Bianchi, Chiaiano; via Gabriele Iannelli 190, polifunzionale Soccavo, viale Adriano, Soccavo, piazza Giovanni XXIII, Soccavo.
Altri punti di attesa si trovano poi nella zona del campo da basket di via Nabucco, Pianura, nell’area attrezzata via Mandela, all’esterno del parco Falcone e Borsellino, in via Torricelli Evangelista, a Pianura, in piazza Italia, in largo Lala, Fuorigrotta, in via Marino a Fuorigrotta e infine nel piazzale Vincenzo Tecchio a Fuorigrotta e sul viale della Liberazione a Bagnoli, senza dimenticare il parcheggio ippodromo ad Agnano.
In caso di allarme vulcanico, le regioni italiane, ad eccezione della Campania, accoglierebbero gli abitanti sfollati dai comuni vesuviani.
Anche altre zone sarebbero poi in pericolo. Gli abitanti della zona gialla, sarebbero principalmente investiti dalla caduta di cenere e piccole rocce. Per questo le amministrazioni dovrebbero attendere l’inizio dell’eruzione e valutare l’esatta direzione del vento prima di ordinare l’evacuazione di quelle aree.
Infine, per chi abita nella cosiddetta zona blu, il rischio sarebbe quasi certamente determinato da inondazioni e colate di fango. Se ciò dovesse avvenire la zona sarebbe evacuata secondo lo stesso piano nazionale con cui si evacuerebbero gli altri territori.
“La situazione rimane costantemente monitorata”
Le autorità regionali, insieme al governatore della Campania Vincenzo De Luca hanno incontrato il Capo della Protezione Civile regionale, Italo Giulivo.
L’incontro è avvenuto per una verifica aggiornata degli eventi sismici che stanno riguardando l’area flegrea e anche la zona ad ovest di Napoli per l’occasione hanno fatto sapere che:
“La situazione rimane costante monitorata dall’Ingv-Osservatorio Vesuviano, da Irea e da Plinius”.
Importante è sottolineare che la città di Napoli è stata esclusa da tutte le zone di pericolo. Questo perché il vento soffia prevalentemente verso est, spingendo la cenere lontano dalla città.
Secondo alcuni studiosi però il movimento legato al fenomeno dell’eruzione infatti, potrebbe minacciare anche diversi comuni che al momento non sono compresi nella zona rossa. Questo provocherebbe danni anche con un eruzione di dimensioni intermedie.
Tuttavia, è del tutto impossibile riuscire a prevedere con precisione quanto possa essere distruttiva un’eventuale nuova eruzione del Vesuvio.