Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è espresso nuovamente in merito alla questione migranti, soffermandosi in particolare su Lampedusa e definendola un tema globale, non solo europeo. Il leader di Forza Italia è in partenza per Berlino, con cui ultimamente il governo italiano ha avuto qualche frizione in merito al finanziamento delle Ong.
“Lampedusa non è un solo problema italiano e non è nemmeno un problema europeo: è una questione globale perché riguarda milioni di persone.”
Il ministro è tornato sul tanto discusso Piano Mattei, che ha in programma massicci investimenti nel continente africano per agire preventivamente nei luoghi di partenza.
“Se per esempio stipuliamo degli accordi per l’estrazione di materie prime, si possono creare delle società miste in cui si stabilisce che l’attività di trasformazione venga svolta da manodopera locale. Oppure, in cambio del permesso di estrarre, le nostre aziende possono produrre energia elettrica. L’idea di fondo, insomma, è mettere l’Africa nelle condizioni di usare le proprie risorse per crescere. E se l’Africa cresce, anche noi ne avremo grandi vantaggi. È meglio spendere risorse lì in investimenti e in formazione piuttosto che qui in Italia per il mantenimento degli immigrati irregolari.”
Questione migranti, Tajani: “L’Africa subsahariana è già scoppiata”
La questione migranti è necessariamente collegata alle situazioni geopolitiche dei paesi di provenienza. Su questo punto è tornato il ministro degli esteri Tajani, che ha ribadito come la situazione africana sia esplosiva:
“L’Africa subsahariana è già scoppiata, in Sudan la capitale Khartum è ridotta un cumulo di macerie. Per non parlare della situazione in Siria e in Afghanistan. Per questo miriamo a coinvolgere l’Onu. Intanto a ottobre qui a Roma si svolgerà la conferenza Italia-Africa in cui il Governo lancerà un nuovo programma di investimenti chiamato piano Mattei.”
Questione migranti, Ursula von der Leyen: “L’Unione europea decide chi entra, non i trafficanti”
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha recentemente fatto visita a Lampedusa (accompagnata dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni) ed è tornata sul tema migranti:
“Esorto fortemente gli Stati membri di raggiungere oggi al Consiglio Affari interni un accordo sul regolamento della gestione crisi. Dobbiamo completare il lavoro. Dobbiamo assicurare un’appropriata attuazione del Patto per le migrazioni e l’Asilo in Ue. Ci vogliono regole comuni. È l’Unione europea che deve decidere chi entra e su quali condizioni, non i trafficanti di esseri umani.”
Sullo stesso avviso sembra essere la Spagna, il cui ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha ribadito la necessità di lavorare ad accordi con i Paesi di origine e transito. Di diversa opinione è invece la Danimarca, che fa riferimento ad un equilibrio delicato e la modifica degli accordi precedentemente presi potrebbe non essere ottimale. Il ministro danese per l’immigrazione e l’integrazione, Kaare Dybvad Bek, ha espresso fiducia sull’accordo ma allo stesso tempo prudenza nel cambiare certi punti:
“Sono convinto che il testo concordato a giugno rappresentava un equilibrio molto delicato e per molti Paesi presenta problemi seri e concerti in relazione all’afflusso di migranti. Spingere verso una direzione ancora più aperta potrebbe irritare alcuni dei Paesi riluttanti sull’accordo fin dall’inizio.”
Nel frattempo i dati sulle richieste d’asilo in Europa registrano un’impennata rispetto al 2022, con un +28%. Quasi 520mila le domande nei primi sei mesi dell’anno, con la possibilità di sfondare il tetto del milione entro dicembre 2023.