Cos’è il Nobel alternativo? Si tratta di un premio istituito nel 1980 da Jakob von Uexkull, il cui vero nome è Premio Right Livelihood.
Questo riconoscimento è nato con l’obiettivo di rendere omaggio e sostenere le persone che con gesti e comportamenti modello, si adoperano costantemente per far fronte alle sfide più impellenti del nostro pianeta.
dopo che il Comitato Nobel aveva rifiutato la proposta di creare due nuovi premi per onorare le persone impegnate a promuovere la giustizia sociale e le cause ambientali, mettendo in particolare evidenza i promotori del cambiamento provenienti dal Sud del mondo.
Chi vince questo premio si occupano di varie tematiche, come la giustizia sociale, i diritti umani, la pace e il disarmo. Senza dimenticare i diritti delle minoranze, la lotta contro la povertà, l’accesso alla salute e la tutela dell’ambiente.
Cos’è il Nobel alternativo: come avviene la premiazione
La Fondazione Right Livelihood Award ogni anno riceve centinaia di candidature da parte di persone e organizzazioni provenienti da tutti e cinque i continenti.
Chiunque infatti può presentare un dossier, che sarà trattato in modo riservato dall’istituto. Il personale della Fondazione per decidere il miglior candidato alla vittoria dovrà svolgere delle indagini approfondite.
L’assegnazione del premio avviene ogni anno durante il mese di Dicembre davanti al Parlamento svedese, solitamente il giorno prima dell’assegnazione del Nobel per la pace.
Durante la premiazione infatti una giuria internazionale, invitata dai cinque membri regolari del consiglio del Right Livelihood Award avrà il compito di decretare il vincitore di tale manifestazione.
Il premio è stato assegnato ad un gruppo eterogeneo di persone e organizzazioni, tra cui Mycle Schneider, Amory Lovins, Astrid Lindgren, Bianca Jagger, Memorial, Mordechai Vanunu e Petra Kelly.
Il vincitore avrà diritto ad un premio in denaro di 200 mila euro. Solitamente la ricompensa viene divisa tra i quattro candidati che si sono maggiormente distinti nei loro progetti.
Oltre il Premio Nobel alternativo esistono altre sei categorie: Fisica, Chimica, Medicina o Fisiologia, Letteratura, Pace e Scienze economiche stabilite nel 1895, quando il testamento del fondatore Alfred Nobel fu interpretato per la prima volta.
Quest’anno il Right Livelihood Award accende i riflettori sulla drammatica situazione dei morti in mare. Senza tralasciare i nuovi ostacoli che pesano sulle associazioni che si occupano di questo enorme problema ormai mondiale. Come ad esempio l’aumento del prezzo del carburante o l’assegnazione di porti di sbarco sempre più lontani dalla zona di salvataggio.
Nell’ultimo periodo si è registrato il più alto numero di morti nel Mediterraneo dal 2017. Una constatazione drammatica per una crisi umanitaria che dura ormai da anni.
Una situazione riconosciuta ed evidenziata dalla consegna del Nobel alternativo all’associazione SOS MEDITERRANEE, per aver salvato la vita di oltre 38 mila persone nell’acque del Mediterraneo centrale.
Nel 2015 il primo vincitore italiano
Lo scorso anno la Ong svedese Right Livelihood ha nominato Fartuun Adan e sua figlia Ilwad Elman. Le due hanno vinto del Nobel alternativo per il loro coraggio nel promuovere i diritti umani e la pace in Somalia.
Premiato insieme a loro anche l’ugandese Dickens Kamugisha per il suo coraggioso lavoro per la giustizia climatica e i diritti delle comunità violati dai progetti energetici.
Nel 2015 invece il Premio è stato consegnato a Gino Strada il primo vincitore cittadino italiano. La premiazione è avvenuto al Parlamento svedese, dal quale Gino Strada ha lanciato alla comunità internazionale un appello alla pace.
“Io sono un chirurgo. Ho visto i feriti e i morti di vari conflitti in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina e Europa. Ho operato migliaia di persone, ferite da proiettili, frammenti di bombe o missili. Alcuni anni fa, a Kabul, ho esaminato le cartelle cliniche di circa 1.200 pazienti per scoprire che meno del 10% erano presumibilmente dei militari. Il 90% delle vittime erano civili, un terzo dei quali bambini. È quindi questo ‘il nemico’? Chi paga il prezzo della guerra? Ogni volta, nei vari conflitti nell’ambito dei quali abbiamo lavorato, indipendentemente da chi combattesse contro chi e per quale ragione, il risultato era sempre lo stesso: la guerra non significava altro che l’uccisione di civili, morte, distruzione. La tragedia delle vittime è la sola verità della guerra”.