Il 27 settembre c’è stata una discussione cruciale in Consiglio dei Ministri riguardante il Decreto Proroghe. Uno degli argomenti principali all’ordine del giorno è stata la possibile proroga per la regolarizzazione del Quadro RS dedicato ai contribuenti forfettari e richiesta dall’Agenzia delle Entrate, che ha inviato lettere di compliance, che è stata molto discussa negli ultimi giorni.

Proroga regolarizzazione quadro RS forfettari: le dichiarazioni del CNDCEC

Le notizie riguardo questa imminente discussione sono emerse da una comunicazione recente del CNDCEC. Elbano De Nuccio, il Presidente dell’ente, ha espresso apprezzamento per l’intenzione del Viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, di presentare una proposta che potrebbe portare a un rinvio dell’obbligo di comunicazione dei dati nel quadro RS al 2024.

De Nuccio aveva precedentemente espresso preoccupazioni e critiche riguardo l’approccio adottato nell’invio massivo di lettere di compliance ai contribuenti forfettari. L’ADC Associazione Dottori Commercialisti e il Presidente dell’Ungdcec avevano condiviso queste perplessità, sottolineando come la documentazione dei costi da parte dei forfettari fosse irrilevante ai fini tributari e come molte delle informazioni richieste fossero già in possesso dell’amministrazione finanziaria.

Ne abbiamo parlato più nel dettaglio in questo articolo.

Compilazione quadro RS forfettari: proroga a novembre 2024

L’introduzione di una norma che potrebbe prorogare la scadenza per la regolarizzazione al 2024 rappresenta quindi una svolta significativa. Questa possibilità è emersa in seguito a un dialogo costruttivo tra i rappresentanti del settore e il Viceministro Leo. Salvatore Regalbuto, Consigliere nazionale tesoriere dei commercialisti, aveva infatti sottolineato l’importanza di rivedere l’adempimento in questione in un contesto normativo più coerente con la semplificazione contabile.

Con il decreto Proroghe è stato quindi ufficializzato il rinvio dell’obbligo di compilazione del quadro RS per i forfettari relativamente alle dichiarazioni 2022 al 30 novembre 2024. Lo slittamento è dunque di oltre 1 anno.

La proposta di proroga sarà discussa in Consiglio dei Ministri e il settore rimane in attesa di conferme sulle decisioni prese e sui nuovi termini da rispettare per la regolarizzazione del quadro RS.

Il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate e le regole da seguire

In vista della potenziale proroga al 2024, è essenziale comprendere le regole attuali stabilite dal Provvedimento n. 325550 del 19 settembre. L’Agenzia delle Entrate ha definito le linee guida per la regolarizzazione del quadro RS del Modello Redditi PF 2022 per i contribuenti in regime forfettario. Queste regole sono destinate a verificare la mancata indicazione di elementi informativi obbligatori e a garantire che le informazioni vengano riportate correttamente.

Le lettere di compliance inviate ai contribuenti forfettari richiedono la compilazione di specifiche sezioni del quadro RS e LM del Modello Redditi Persone Fisiche, e mirano a garantire che tutti gli elementi informativi obbligatori siano adeguatamente riportati, nonostante le critiche sul loro utilizzo.

I contribuenti hanno la possibilità di rivolgersi, direttamente o attraverso intermediari incaricati, all’Agenzia delle Entrate per richiedere ulteriori informazioni.

La regolarizzazione tramite ravvedimento operoso

Nel caso in cui siano stati omessi elementi informativi obbligatori nel quadro RS del modello Redditi 2022, i contribuenti hanno l’opzione di regolarizzare la loro posizione attraverso il ravvedimento operoso. Questo strumento permette di presentare una dichiarazione integrativa e di beneficiare di una riduzione delle sanzioni, a seconda della tempestività della regolarizzazione.

Quadro RS forfettari: c’è l’obbligo di compilazione?

Molti contribuenti si trovano di fronte a domande e incertezze riguardanti la necessità di rispondere alle comunicazioni dell’Agenzia e l’opportunità di usufruire del ravvedimento speciale. Le risposte a questi quesiti sono chiare: non è necessario rispondere se i dati non sono applicabili, e il ravvedimento speciale non è utilizzabile per errori formali.

Infatti, è stato chiarito che la regolarizzazione può essere attuata tramite ravvedimento speciale con sanzioni ridotte solo entro il 2 ottobre, mentre dal giorno seguente bisognerà ricorrere al ravvedimento ordinario.

Il costo del ravvedimento è calcolato sulla sanzione minima di 250 euro, ridotta a 1/8 se effettuata entro determinate scadenze. In caso contrario, l’Agenzia potrebbe decidere di applicare una sanzione variabile, con conseguente aumento del rischio sanzionatorio. È quindi essenziale essere informati e agire tempestivamente per evitare possibili complicazioni.

Alcuni contribuenti sollevano obiezioni riguardo la legittimità delle richieste dell’Agenzia e l’utilità delle informazioni richieste. Tuttavia, è importante sottolineare che queste informazioni sono essenziali per valutare l’affidabilità fiscale dei contribuenti forfettari. Di conseguenza, le obiezioni circa la legittimità e l’utilità non trovano fondamento.

In conclusione, la decisione di non presentare la dichiarazione integrativa è legittima solo in caso di assenza di dati da indicare. Altrimenti, tale scelta può comportare rischi sanzionatori maggiori, sia per il contribuente che per il commercialista coinvolto.