Colpo di scena nella vicenda Messner – Libro dei Guinness: a parlare è proprio il nuovo Re degli Ottomila, l’americano Edmund Viesturs
Messner – Libro dei Guinness: a parlare è il nuovo Re degli Ottomila, l’americano Edmund Viesturs
C’è un colpo di scena nella vicenda Messner – Libro dei Guinness. Secondo il cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski lo scalatore italiano nato a Bressanone il 17 settembre 1944 e Kammerlander nel 1985 non sarebbero giunti in vetta all’Annapurna. Di conseguenza ecco che per il Libro dei Guinness Messner non è più il Re degli Ottomila. L’alpinista è entrato nella storia per essere stato il primo scalatore senza l’aiuto dell’ossigeno ad arrivare tra il 1970 e il 1986 in cima alle celebri “ottomila”, ovvero le quattordici vette con altitudine sopra gli 8.000 metri: Everest (8.848 m), K2 (8.611 m), Kangchenjunga (8.586 m), Lhotse (8.516 m), Makalu (8.485 m), Cho Oyu (8.188 m), Dhaulagiri (8.167 m), Manaslu (8.163 m), Nanga Parbat (8.126 m), Annapurna (8.091 m), Gasherbrum I (8.080 m), Broad Peak (8.047 m), Gasherbrum II (8.035 m), Shishapangma (8.027 m). Stando però ai parametri imposti dal Guinness, si deve raggiungere il punto più alto di una montagna in maniera verificata e a piedi. Eberhard Jurgalski analizzando le prove fotografiche si è espresso scrivendo che Reinhold Messner e Hans Kammerlander raggiunsero a piedi l’effettiva cima dell’Annapurna nel 1985 ma si fermarono a 65 metri dall’effettiva vetta. Le mete sarebbero così tredici e non più quattordici. Addio record. Ora – stando al volume – è l’americano Edmund Viesturs il nuovo detentore del record, il quale ha compiuto l’impresa tra il 1989 e il maggio 2005.
Edmund Viesturs, la sua dichiarazione sui social riguardo la vicenda Messner – Libro dei Guinness
A ridosso della notizia, Reinhold Messner aveva subito minimazzato la questione, spiegando all’ANSA il suo pensiero sulla questione montagna-record e soprattutto alcune dinamiche legata alla montagna stessa, affermando subito che:
“ In primis non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla”
E spiegando, successivamente:
“Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull’Annapurna di certo siamo stati io e Hans”
Ora però, a parlare è Edmund Viesturs, che stando alla recente decesione del Libro dei Guinness è il detentore del titolo di Re degli Ottomila. L’alpinista americano ha deciso di dire la sua sulla vicenda tramite un post sul proprio profilo Instagram, dove a dominare è una foto in primo piano proprio dello scalatore italiano di Bressanone . E le sue parole sono chiare:
“Credo davvero che Reinhold Messner sia stato il primo a scalare tutti i 14 Ottomila e che questo debba essere riconosciuto“
E non solo. Lo scalatore nato a Fort Wayne, negli Stati Uniti, il 22 giugno 1959, prosegue ricordando come Messner abbia
“Aperto la strada, non solo nello stile, ma anche fisicamente e psicologicamente, scalando senza ossigeno supplementare. Altri scalatori, come me, hanno potuto seguire le sue orme, grazie alla sua ispirazione”
Sempre all’interno del testo condiviso, Viesturs illustra anche il suo pensiero riguardo la questione montagna-record:
“Non credo che nessuno di questi alpinisti volesse essere disonesto. Scalare le montagne è un viaggio personale, e non dovrebbe essere una questione di essere su una lista o di stabilire dei record“.
Di seguito il testo completo del post Instagram con cui Edmund Viesturs non solo declina l’investitura di Nuovo Re degli Ottomila, ma ricorda anche a tutti – qualora ce ne fosse il bisogno – chi sia ancora una volta il rifierimento da seguire, a prescindere dai record.
“I truly believe that Reinhold Messner was the first person to climb all 14 8000ers and should still be recognized as having done so. He lead the way, not only in style, but also physically and psychologically, by climbing without supplemental oxygen. Other climbers, such as me, were able to follow in his footsteps by his inspiration. The original list of the 14 8000 meter peak climbers, as I always knew it, is still what I look to as truthful. I believe that Messner and the others did their utmost to climb these peaks to the true summits, to the best of thier abilities, given the conditions when they were there. I don’t think any of these climbers meant to be dishonest. Climbing mountains is a personal journey, and should not be about being on a list or setting records.“