Kim Jong-un introduce le armi nucleari nella Costituzione della Corea del Nord. Il leader di Pyongyang, parlando all’Assemblea popolare suprema, ha rivendicato lo status di potenza nucleare del Paese, al culmine della sua politica di rafforzamento militare.

Scopo di tale provvedimento è il “rafforzamento delle capacità di difesa nazionale del Paese e nella deterrenza della guerra nucleare”, in una norma definita “storica” da Kim.

Una contromisura a suo dire necessaria per far fronte alla crescente cooperazione tra Usa, Corea del Sud e Giappone, considerata “la peggior minaccia reale” per la Corea del Nord.

Una denuclearizzazione o una rinuncia alle armi, decantata in passato quando i rapporti con gli Usa erano più frequenti, “non è più in discussione”. Menzione particolare per la recente visita in Russia di Kim, ospite di Vladimir Putin: un’opportunità per “un nuovo capitolo di fraternità e legami amichevoli”.

Il 2023 sarà “un anno di grande transizione e trasformazione” anche per i cittadini nordcoreani: dal miglioramento del tenore di vita delle persone alla crescita “in ogni campo della costruzione economica”. Kim pone l’accento sullo sviluppo agricolo, che “produce raccolti abbondanti”, e sui “cambiamenti miracolosi” che interessano il Paese, comprese “nuove strade e nuove case che nascono ogni giorno”.

Corea del Nord, armi nucleari entrano in Costituzione:

Una decisione, quella approvata dall’Assemblea suprema del popolo nordcoreano, che fa da seguito ad un disegno di legge approvato lo scorso anno, che dichiarava il Paese uno “Stato dotato di armi nucleari“.

L’inserimento delle armi nucleari nelle carte di Stato non è certo una novità per la Corea del Nord. Fin dal 2012 Pyongyang ha inserito lo status di nazione nuclearizzata nel proprio ordinamento giuridico. Come si evince dal resoconto dell’agenzia di stampa pubblica nordcoreana, Kim ha ribadito l’importanza di scoraggiare le “provocazioni” militari americane.

Non dobbiamo né cambiare né ammettere l’attuale posizione del nostro Paese come Stato dotato di armi nucleari, ma, al contrario, continuare a rafforzare ulteriormente la nostra forza nucleare.

Una forza nucleare concretizzata in molteplici test effettuati dalla Corea del Nord negli ultimi anni, che hanno generato frizioni tra Pyongyang e Washington. Nel 2017 l’allora presidente Donald Trump aveva lanciato il suo perentorio avvertimento: gli Usa avrebbero accolto qualsiasi ulteriore minaccia con “fuoco e furia come il mondo non ha mai visto”.

E così i test si interruppero nel 2018 dopo i colloqui tra i due leader, dando adito alla possibilità di un accordo politico sulla denuclearizzazione. Ma i colloqui tra le due potenze sono da tempo interrotti, senza che nessun accordo si sia mai concretizzato.

Pyongyang contro la nuova “era di cooperazione” tra Usa, Corea del Sud e Giappone

Dopo una sosta forzata causata dalla pandemia da Covid-19, il programma di sviluppo delle armi della Corea del Nord è ripreso dal 2022. Proprio lo scorso anno, il Paese ha lanciato un numero record di missili. Una situazione documentata da immagini satellitari, che hanno mostrato una rinnovata attività nei siti di test nucleari.

In tutta risposta Stati Uniti, Corea del Sud e Giappone si sono incontrati proprio quest’estate, annunciando la nascita di un sodalizio e inaugurando una nuova “era di cooperazione”. Dietro l’angolo nuovi vertici trilaterali, a cadenza annuale, e nuove esercitazioni militari congiunte. Un’eventualità che ha scatenato le ire di Pyongyang, che ha fermamente condannato questa intesa.