è possibile la sospensione retroattiva del Reddito di cittadinanza? Molti percettori hanno perso il diritto all’Rdc, altri invece, continueranno a riceverlo fino al 31 dicembre 2023. I fruitori attivabili al lavoro hanno la possibilità di ricevere un aiuto sociale, a condizione che si attivino nel percorso di Supporto e Formazione al Lavoro.

Questa è la soluzione per evitare la sospensione del Reddito di cittadinanza. Attualmente, sono ancora molti i beneficiari del sussidio che ricevono l’SMS dell’INPS che segnala la sospensione del Reddito di cittadinanza. Spesso si associa questa comunicazione all’appartenenza della categoria “occupabili”.

Tuttavia, in molti casi si tratta della revoca del beneficio, una condizione applicata dall’Istituto in presenza di mancati adempimenti o comunicazioni di variazione non presentate nei termini di legge. Vediamo insieme come funzione la sospensione retroattiva del Reddito di cittadinanza, quando la normativa lo permette e in quali sono i casi è richiesta la restituzione delle somme percepite prima della notifica dell’SMS dell’INPS.

Reddito di cittadinanza sospensione retroattiva

Prima di parlare della sospensione retroattiva del Reddito di cittadinanza., è importante capire come funziona la nuova misura di inclusione lavorativa. Infatti, a partire dal 1° settembre 2023, per i nuclei familiari composti da membri tra i 18 e i 59 anni, in presenza di diversi requisiti, tra cui: cittadinanza, soggiorno, residenza ed economici, è stato messo a regime il Supporto per la Formazione e per il Lavoro.

La misura di attivazione al lavoro prevede diversi percorsi formativi, tra cui:

  • formazione e accompagnamento al lavoro;
  • qualificazione e riqualificazione professionale;
  • politiche attive del lavoro, comunque denominate;
  • progetti utili alla collettività;
  • servizio civile universale.

Tuttavia, molti percettori del sussidio non avendo terminato il periodo di fruizione legato alle 7 mensilità, hanno ricevuto la sospensione dal beneficio tramite l’SMS dell’INPS. Si tratta di casi legati alla mancata presentazione del modello RDC.COM.

In altre parole, l’INPS nell’eseguire le verifiche sui redditi, patrimonio o altre condizioni (ad esempio lavoro part – time), ha rilevato la mancanza della comunicazione di variazione legata all’evento, sospendendo nell’immediato il beneficio.

Infatti, secondo l’attuale normativa, in presenza di una variazione reddituale, dovuta ad esempio da una nuova assunzione, il fruitore del beneficio dispone di un periodo di 30 giorni per inoltrare la comunicazione all’INPS sulla variazione delle condizioni in corso.

Come sbloccare il reddito di cittadinanza sospeso dopo la dicitura di eventuale “presa in carico”?

Come si riportato al decreto lavoro all’articolo 13, comma 5, la sospensione delle 7 mensilità non trova la sua applicazione per i percettori che ricevono la comunicazione dall’INPS di eventuale “presa in carico“. Pertanto, l’erogazione del beneficio viene garantita fino al 31 dicembre 2023.

I servizi sociali prendono in carico i fruitori che si trovano in una particolare condizione, tale da non poter intraprendere un percorso di formazione lavorativa presso i Centri per l’impiego.

In linea generare, se non viene comunicata la “presa in carico” l’erogazione del reddito di cittadinanza viene sospesa. La riattivazione del beneficio con l’aggiunta degli arretrati correlati alle mensilità sospese, avverrà dopo la comunicazione, ma non oltre il 31 ottobre 2023.

Chi dovrà dare soldi indietro all’INPS per la sospensione retroattiva del Reddito di cittadinanza?

Come detto, nel secondo paragrafo, l’assenza della comunicazione delle condizioni disposte dalla normativa tramite il modello l’RDC.COM, porta alla sospensione del beneficio. Si tratta di un documento indispensabile per ricalcolare l’importo del beneficio, ma da cui dipende anche il diritto alla fruizione dell’Rdc. In questi casi, si dispone di 60 giorni dal messaggio di sospensione per rettificare la propria posizione. In assenza di comunicazione, l’INPS potrebbe richiedere le somme percepite indebitamente con effetto retroattivo.