Elly Schlein continua a picchiare duro sulla questione migranti. Ha capito che è il nervo scoperto del governo Meloni (e lo ha capito pure Matteo Salvini che utilizza il tema per infastidire la premier e tentare di recuperare consensi in vista delle prossime elezioni europee): “Aspettiamo testi definitivi ma in generale posso dire che questo è un governo che è tutto chiacchiere e distintivo su questo” spiga Elly Schlein in conferenza stampa alla Camera. “Il governo ha già peggiorato la situazione, ha reso più difficile salvare le vite in mare e ha smantellato l’accoglienza diffusa”. La partita, quella vera, ai giocherà in Europa. Il Consiglio Affari Interni che si riunirà oggi a Bruxelles si focalizzerà proprio sulla dimensione esterna delle migrazioni, quella sulla quale in genere gli Stati membri dell’Ue sono meno in disaccordo, e anche, tra l’altro, della situazione sull’isola di Lampedusa. L’Unione Europea, per dirla con il presidente del Ppe Manfred Weber, è precipitata di nuovo in una “crisi migratoria”.
Sui migranti la partita vera si giocherà in Europa
Potrebbe non essere un Consiglio risolutivo, ma i ministri dell’Interno dell’Ue avranno comunque “molto di cui parlare”, osserva un alto funzionario Ue, tra memorandum d’intesa tra Unione Europea e Tunisia e piano in dieci punti per la gestione delle migrazioni presentato dalla Commissione. Si parlerà anche dell’estensione della protezione temporanea data ai rifugiati ucraini in fuga dalla guerra scatenata dalla Russia. A colazione i ministri si confronteranno con i colleghi di 14 Paesi latinoamericani, principalmente sulla lotta contro il traffico di droga. Il vicepresidente Margaritis Schinas, di ritorno da un viaggio in alcuni Paesi africani (Guinea, Costa d’Avorio, Senegal), informerà i ministri sui colloqui avuti nei tre Paesi di origine dei migranti irregolari. La presidenza non ha messo, almeno per ora, all’ordine del giorno una discussione sul regolamento sulle crisi migratorie, sul quale il Consiglio non ha ancora trovato una posizione comune a maggioranza qualificata, perché al momento non viene ritenuto “produttivo” metterlo in agenda, non essendoci ancora, almeno a quest’ora del pomeriggio, una “maggioranza qualificata” tra i Paesi. La situazione però potrebbe essere in evoluzione. L’Italia aspetta una soluzione dall’Europa.