La Corte d’Assise d’appello di Bologna presieduta dal giudice Orazio Pescatore ha confermato l’ergastolo per Gilberto Cavallini per la strage alla stazione del 2 agosto 1980. A pesare, sul 71enne ex militante della formazione terroristica di estrema destra dei Nuclei armati rivoluzionari (Nar), l’aggravante della matrice politica.

Strage di Bologna, confermato l’ergastolo (il nono) per l’ex militante della formazione di estrema destra dei Nar Gilberto Cavallini. I giudici: “Fu strage politica”

Dalla lettura del dispositivo – ha confermato il sostituto Procuratore generale di Bologna, Nicola Proto – è stato accolto l’appello della Procura della Repubblica che aveva impugnato la sentenza nella parte in cui aveva derubricato la strage da politica a comune. Quindi con questa sentenza ritorna l’imputazione originaria che era quella di strage politica e la conferma sulla responsabilità dell’imputato.

Dunque si allontana forse per sempre l’ipotesi di un attentato di matrice spontaneista. Quello sancito oggi è il nono ergastolo a carico di Cavallini, già condannato per diversi altri reati.

Soddisfazione viene espressa dall’associazione dei familiari delle vittime, attraverso il presidente Paolo Bolognesi:

Si tratta di una sentenza molto importante perché elimina completamente, non solo la pista palestinese che è inesistente, grazie anche alle ultime desecretazioni volute dal governo Draghi, ma anche la pista dell’attentato compiuto dagli spontaneisti armati. I Nar non agirono da soli, ma erano collegati a tutti gli altri gruppi eversivi d’allora. Non solo: erano connessi in maniera molto stretta ai servizi segreti italiani, e questa sentenza lo svela.

La sentenza d’appello che conferma la condanna di Cavallini per la strage di Bologna – hanno scritto Sandro Ruotolo e Andrea De Maria del Partito democratico – rappresenta un nuovo importante risultato, sul piano giudiziario, della battaglia per raggiungere la piena verità sul 2 agosto. Leggeremo le motivazioni della sentenza, ma dalle notizie di oggi ancora una volta si conferma che si è trattato di una strage fascista, nell’ambito di un articolato disegno eversivo.

“La storia non può essere riscritta”, proseguono i due esponenti dem.

Piuttosto – continuano – tutte le istituzioni devono sostenere l’impegno per la verità dei familiari delle vittime e l’azione della magistratura, che sta via via facendo piena luce sulla strategia della tensione e i legami fra terrorismo nero, loggia massonica P2 e settori deviati dello Stato.

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