Per presentarli, solitamente, si usa l’analogia con il Brasile nel calcio o gli Stati Uniti nel basket. Fuori dai comuni cliché, gli All Blacks sono un po’ come Lord Voldemort nella saga di Harry Potter. Talvolta sono così “arrabbiati” e dominanti che l’unico paragone possibile è quello con il male che viene combattuto ne “L’Esorcista”. “Semplicemente” sono gli All Blacks, quelli che “verranno ad attaccarci direttamente e con gran fisicità – fa spallucce il ct azzurro Kieran Crowley, che con i tuttineri vinse da giocatore il Mondiale 87 – Con prepotenza e arroganza“. Quello contro la Nuova Zelanda sarà il terzo impegno nella Rugby World Cup Francia 2023 di un’Italia del rugby che non vede l’ora di scendere in campo: una partita che, tra l’altro, vale il passaggio dalla fase a gironi ai quarti di finale. Si giocherà venerdì sera a Lione (ore 21, diretta Rai 2 e Sky Sport 1), ma per alcuni l’arbitro ha già fischiato il calcio d’inizio.

Rugby World Cup, l’Italia alla grande sfida: “Ci attaccheranno con arroganza, ecco come sfideremo il mito All Blacks”

La Nuova Zelanda… Gli All Blacks… Se ci penso, non esiste punto di riferimento migliore nel nostro sport – sorride il 25enne capitano azzurro Michele Lamaro – Il primo Mondiale che ricordo risale ad Australia 2003, quando furono battuti dai Wallabies padroni di casa. Ma per tutta la mia infanzia loro sono stati il primo sinonimo della parola rugby. Affrontarli ora è un’opportunità che nessuno di noi vuole farsi scappare o, peggio, sprecare.

“Mitch” Lamaro ammette di aver visto i suoi prossimi avversari dal vivo soltanto nel 2016, e da spettatore, ma le tappe sono state bruciate in fretta. E ora l’Italia è pronta a due finali: contro la Nuova Zelanda, appunto, e la Francia tra due venerdì.

Il modo in cui abbiamo vissuto i nostri ultimi anni da rugbisti è stato pensato, preparato e affrontato per ritrovarci in questa condizione, con due vittorie con bonus alle spalle e cercando di acciuffare la storica promozione ai quarti. Adesso andiamo ad affrontare il periodo più bello di questo torneo, quello per cui abbiamo sempre lavorato. È il dessert, bisogna solo metterci la ciliegina.

Quando il pilone Danilo Fischetti sente parlare di avversari arroganti e prepotenti sorride: è la sua condizione preferita.

A me è sempre piaciuta la sfida fisica, la pressione che c’è intorno è qualcosa che amo. Sappiamo chi sono loro, sappiamo cosa vogliono imporre. Non vediamo l’ora di ridarglielo con tutto l'”amore” del mondo.

Fischetti: “Pronto alla sfida fisica”. Nicotera: “Mio padre mi ha chiesto la maglia”. Lamb: “Non so cosa ci aspetta”. Morisi: “Dovremo essere perfetti”

Per il tallonatore Giacomo Nicotera detto Il Mulo (e non soltanto perché nella sua Trieste è il modo di chiamare i ragazzi) è una questione di famiglia.

Mio padre è emozionatissimo all’idea di vedermi giocare contro di loro, è un suo sogno che si realizza. Mi ha già chiesto la loro maglietta.

Altro paio di maniche per Dino Lamb, il seconda linea di 196 centimetri nato a Warwick. È azzurro per il padre e la nonna paterna italiani (il cognome Lamb è quello del secondo marito della signora Lucia), ma la trafila delle giovanili l’ha fatta con la maglia dell’Inghilterra.

Contro di loro ho giocato la finale del Mondiale under 20 2017 in Georgia (roboante successo dei “Baby-Blacks” per 64-17, ndr) e posso dire, con esperienza, che fanno paura sin dalla Haka (la celebre danza maori, ndr). Ma questo è tutto un altro livello, quindi non saprei proprio cosa aspettarmi.

Infine il veterano Luca Morisi:

Non ho grandissimi ricordi dell’ultima partita che ho giocato contro di loro nel 2018, visto che partivo dalla panchina. Ora che invece sarò titolare ci sono più dentro, è un’esperienza completa. Penso che cinque anni fa ci mancasse qualcosa sul piano della maturità. Quanto a loro, sono sempre gli All Blacks ed è sempre la stessa partita. Dovremo essere perfetti. Questa è l’unica cosa che posso dire.

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