Un omicidio-suicidio ha sconvolto Alessandria: Martino Benzi, 57 anni, questa mattina ha ucciso la moglie Monica Berto di 55 anni ed il figlio Matteo di 17, per poi recarsi alla casa di riposo dove era ospite la suocera, Carla Schiffo di 78 anni. Infine ha usato l’arma del delitto, un coltello, su di sé. Ignoti i motivi che hanno portato l’uomo a compiere questo gesto, indagano i Carabinieri.

Cosa si sa dell’omicidio-suicidio ad Alessandria che ha coinvolto padre, madre, figlio e suocera

Il fatto è avvenuto questa mattina. Dopo aver ucciso a coltellate moglie e figlio, Martino Benzi, un ingegnere 57enne, si è poi spostato verso l’istituto Divina Provvidenza dove era ospite la suocera 78enne. Una volta uccisa, Benzi si è suicidato accoltellandosi. La scoperta dell’omicidio-suicidio è avvenuta in due momenti diversi: i Carabinieri cercavano di contattare Monica Berto, impiegata e moglie di Benzi, per comunicarle della morte della suocera.

Non riuscendo a trovare né lei a lavoro e né il figlio a scuola, i Carabinieri della compagnia di Alessandria si sono recati nella loro abitazione. Sfondata la porta, hanno trovato i due cadaveri senza poter fare nulla per salvarli. La sezione investigazioni scientifiche sta setacciando l’abitazione della famiglia di Benzi e la casa di riposo in cerca di elementi che possano spiegare le ragioni di questa tragedia.

Al momento le informazioni disponibili sembrano indicare che Benzi abbia lasciato in casa sua prima dell’omicidio-suicidio degli scritti, ma non c’è certezza al riguardo. Emergono altri dettagli sulle vittime di questo omicidio-suicidio: Martino Benzi era titolare di uno studio di consulenza informatica e per la progettazione si siti web; la moglie Monica sembra che in passato abbia sofferto di una malattia che la costrinse al ricovero in ospedale e lavorava a Valenza Po; infine Matteo, il figlio, studiava all’Itis Alessandro Volta.

Analizzato anche il blog che Martino teneva, che contiene pensieri come questo:

Sono uno che nato nel 1956 si è deciso a fare un figlio a cinquant’anni, età in cui qualche mio compagno di scuola diventava nonno. Allora non stupitevi se questo blog, a volte, presenterà dei contenuti stranamente incongrui per il pacato gentiluomo che dovrei e vorrei essere.

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