Quando ha eruttato il Vesuvio? L’ultima eruzione del vulcano situato a Napoli, l’unico ancora attivo nel continente europeo, si è verificata tra il 18 e e il 24 marzo 1944.
Quando ha eruttato il Vesuvio l’ultima volta?
L’eruzione del 1944 può essere suddivisa in diverse fasi:
La prima fase dell’eruzione ha preso il via il 18 marzo 1944, alle ore 16:30, con un’esplosione che ha causato danni parziali al piccolo cono di scorie all’interno del cratere. Subito dopo questa esplosione, sono state emesse due colate di lava dal cratere, una in direzione sud-est e l’altra verso nord. Tuttavia, quest’ultima è stata deviata verso ovest a causa dell’interferenza del Monte Somma. Durante questa fase iniziale, Imbò ha osservato anche un’attività esplosiva di tipo stromboliano.
- Il 19 marzo, l’attività esplosiva ed effusiva è diventata più intensa, e la lava ha iniziato a fluire verso le città di S.Sebastiano e Massa, sul versante occidentale del vulcano. Le truppe alleate avevano già organizzato l’evacuazione di circa 7000 abitanti prima che la lava raggiungesse le città.
- Il 22 marzo, entrambe le colate si sono fermate a quote di 350 metri sul livello del mare per quella verso sud-est e 140 metri sul livello del mare per quella che aveva invaso S. Sebastiano. In questo periodo, si è verificata un’attività esplosiva stromboliana con spettacolari fontane di lava.
- Il 23 marzo, l’eruzione ha continuato con esplosioni discrete, collassi parziali della colonna eruttiva e flussi piroclastici limitati al Gran Cono. La deposizione di cenere scura è continuata abbondantemente fino al 23 marzo, causando il collasso di tetti e la morte di 23 persone.
- Dal 23 marzo, le esplosioni sono diventate meno frequenti, ma l’attività sismica è aumentata insieme a piccoli flussi piroclastici sommitali. Il 24 marzo, è iniziata l’emanazione di cenere chiara, segnalando le fasi finali dell’eruzione. Questa cenere ha coperto il Gran Cono come una leggera nevicata. Le esplosioni gradualmente si sono ridotte fino alla loro scomparsa il 29 marzo.
- Il 7 aprile, il cratere è diventato completamente ostruito, segnando l’inizio del periodo attuale con condotto chiuso. Le comunità più colpite dalla caduta di materiale piroclastico includono Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Poggiomarino e Cava. Durante l’eruzione, molte persone sono state costrette all’evacuazione, e la città di Napoli è stata fortunata poiché i venti hanno allontanato la nuvola di cenere e lapilli dalla città stessa.
Danni e morti
I territori più colpiti dall’eruzione del 1944 furono:
- Terzigno,
- Pompei,
- Scafati,
- Angri,
- Nocera,
- Poggiomarino,
- Cava.
Un resoconto del Governo Militare Alleato segnalò la morte di 21 persone solo il 26, a causa del crollo dei tetti delle case in luoghi non specificati. Circa 10.000 abitanti di S. Sebastiano, Massa e Cercola furono costretti a evacuare. Napoli ebbe la fortuna di essere protetta dalla direzione dei venti, che allontanarono la nube di cenere e lapilli dalla città.