Nel 1984, nel mondo dell’informatica, nasceva un’iniziativa destinata a lasciare un segno indelebile: il Progetto GNU5.1. Ideato da Richard Stallman, questo progetto mirava a sviluppare un sistema operativo completamente libero, un’alternativa a Unix, ma totalmente indipendente da esso. Oggi il Progetto GNU compie la bellezza di 40 anni.

Cos’è il Progetto GNU: creazione e sviluppo

L’obiettivo principale di Stallman era creare un sistema operativo che garantisse la completa libertà agli utenti nel suo utilizzo, studio, modifica e distribuzione. Il nome “GNU” è un acronimo ricorsivo che sta a significare “GNU’s Not Unix“, mettendo in risalto la natura del progetto come alternativa a Unix. Il progetto ha portato alla luce diversi programmi di rilievo come l’editor di testo emacs, il compilatore GCC, le librerie glibc, la shell bash e il kernel Hurd, ancora in sviluppo.

La nascita della Free Software Foundation

Per promuovere e difendere la filosofia del software libero, nel 1985 Stallman fondò la Free Software Foundation (FSF), un’organizzazione no profit. La FSF introdusse la GNU General Public License (GPL), una licenza che sancisce e protegge le libertà fondamentali associate all’uso del software, consentendo il suo sviluppo collettivo e naturale.

La Free Software Foundation (FSF), con a capo Zoë Kooyman, continua a promuovere ideali di libertà del software, opponendosi a pratiche e prodotti che non rispettano questi principi. Campagne come “End Software Patents” sottolineano l’importanza di priorizzare la libertà rispetto agli interessi commerciali.

Origini e impatto del Progetto GNU

La genesi del Progetto GNU può essere ricondotta a un episodio che coinvolse Stallman e una stampante della Xerox al MIT. La stampante, dotata di software proprietario, si inceppava frequentemente. Stallman, abituato a un ambiente di condivisione aperta, tentò di modificare il codice, ma si scontrò con le restrizioni del software proprietario. Questa esperienza alimentò la sua determinazione a creare un sistema operativo libero, dando vita al movimento del software libero.

Mentre il Progetto GNU progrediva, mancava ancora un componente cruciale: il kernel. Fu a questo punto che Linus Torvalds, un giovane studente universitario finlandese, entrò in scena. Partendo dal sistema operativo Minix, Torvalds sviluppò un kernel monolitico, che chiamò Linux. Nel 1991, Linux fu rilasciato sotto licenza GNU GPL, permettendo la combinazione con il sistema GNU e dando vita a GNU/Linux.

Il Progetto GNU e la filosofia del software libero

Oggi, esistono molteplici varianti di GNU/Linux, conosciute come distribuzioni. Alcune di queste includono software non libero, seguendo una filosofia più vicina a quella di Linux piuttosto che a quella GNU. Tuttavia, ci sono anche distribuzioni completamente libere, sostenute dalla FSF, come gNewSense. La FSF incoraggia l’utilizzo del termine “GNU/Linux” per riferirsi a questi sistemi, sottolineando la distinzione tra il kernel Linux e il sistema operativo nella sua interezza.

La storia del Progetto GNU continua, con una comunità attiva e in crescita che lavora allo sviluppo e alla manutenzione di una versione libera di Linux e di altre componenti del sistema. La filosofia del software libero è ancora oggi un punto cardine nella comunità informatica, con la FSF che continua a promuovere la libertà degli utenti nel mondo del software.

Il software libero si basa su quattro libertà fondamentali:

  • Eseguire il programma per qualsiasi scopo;
  • Studiare e modificare il software;
  • Redistribuire copie;
  • Distribuire versioni modificate.

Queste libertà sono diventate ancora più rilevanti nel contesto tecnologico attuale, dove l’uso delle reti e lo sviluppo della tecnologia hanno ampliato le possibilità di interazione e collaborazione.

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L’impatto la diffusione dell’open source

Oggi, l’open source costituisce il 96% di tutte le basi di codice, e piattaforme come GitHub sono diventate fondamentali per la collaborazione e lo sviluppo di progetti. L’amministrazione Biden, riconoscendo l’importanza dell’open source, ha introdotto il “Securing Open Source Software Act” nel 2022, classificando il software open-source come infrastruttura critica.

Fondato nel 2008 e acquisito da Microsoft nel 2018, GitHub è diventato un punto di riferimento per gli sviluppatori di tutto il mondo. Offre diverse funzionalità, come il controllo delle versioni, la collaborazione, il tracciamento dei problemi, l’hosting di siti web e l’integrazione con strumenti di terze parti, facilitando la creazione e la gestione di progetti open-source e privati.

Alcuni progetti sono stati criticati per modelli di governance autoritari e comportamenti irresponsabili. Inoltre, molti progetti importanti dipendono ancora in gran parte dal lavoro di volontari e sono influenzati dagli interessi delle aziende.

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L’Open Source nel Mondo Professionale

Karen Sandler (Software Freedom Conservancy) ha testimoniato la transizione del panorama open source, da un approccio ortodosso a un’adozione più ampia che include entità for profit. Questo ha portato a una fusione tra ideologia e carriera, con la comunità open source che cresce attraverso la professionalizzazione e il contributo di progetti come Apache e GitHub.

Il rapporto tra open source e software proprietario è intricato. Aziende come Amazon e Google hanno sia beneficiato dell’open source per sviluppare soluzioni innovative, come Kubernetes e React, sia mantenuto una certa protezione sui loro prodotti proprietari. Questa doppia natura ha suscitato dibattiti sulla necessità di un maggiore sostegno ai diritti degli utenti e creatori da parte delle grandi corporazioni.

Il dibattito sull’open source si focalizza ora sull’inclusività e la diversificazione della collaborazione. Esperti come James Vasile e Michael Brennan sottolineano l’importanza della multidisciplinarietà nel settore. Piattaforme come GitHub hanno abbattuto le barriere all’ingresso, ma hanno anche sollevato preoccupazioni sulla centralizzazione.

Per contrastare la mancanza di diversità, GitHub ha introdotto programmi come “All In for Students“, ma le sfide persistono, con solo il 14% dei contributori retribuiti. Danielle Robinson riconosce il lavoro ancora necessario per un open source più inclusivo, con GitHub che continua a implementare risorse e a connettere comunità di varie dimensioni.