Per parlare di infortuni e ricadute e cercare di dare una spiegazione a fattori che talvolta sembrano imponderabili è meglio affidarsi al parere degli esperti. Paolo Terziotti conosce alla perfezione l’argomento. Ex professore in “Scienze e tecnologia applicata al calcio”, oggi consulente esperto di fitness e salute per il Ministero degli Interni degli Emirati Arabi, negli anni ha accumulato una lunga esperienza come preparatore atletico in svariati club, tra i quali spiccano l’Al Jazira, la Lega Varsavia e il Lech Poznan. Con queste squadre ha partecipato più volte alle competizioni europee, dalla Champions, all’Europa League, preparando giocatori di grande talento. Per commentare i numerosi infortuni della Roma, Terziotti è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Tag24.
Infortuni Roma, Terziotti a Tag24
La stagione della Roma fatica ad ingranare e la squadra di Mourinho, in cinque giornate di Serie A, ha conquistato solo cinque punti. I giallorossi devono dare una sterzata al campionato altrimenti rischiano di entrare in una crisi profonda. Ma c’è un dato che preoccupa ancor più dei risultati, ed è quello legato agli infortuni. Dall’inizio della stagione sono già 13 gli stop nella rosa di Mourinho, con ben quattro ricadute. Dopo Solbakken e Ibanez nel corso del ritiro portoghese, si sono fermati già due volte Dybala e Renato Sanches, oltre a Aouar, Pellegrini, Zalewski e Mancini, a cui si aggiunge lo stop misterioso di Smalling. Troppi problemi muscolari, a cui adesso serve dare una spiegazione. Per commentare gli infortuni della Roma, Terziotti, professore e preparatore atletico, è intervenuto in esclusiva a Tag24.
In casa Roma sono 10 infortuni muscolari in 5 gare di campionato. Quando si verificano eventi simili la spiegazione va cercata nella preparazione atletica? Può esserci anche una dose di sfortuna?
“Il problema degli infortuni nel calcio è molto vasto e direi che coinvolge la maggior parte delle squadre con poche eccezioni. Quando si hanno infortuni muscolari – ma non mi fermerei solo a quelli muscolari – parlare di sfortuna è abbastanza fuori luogo. L’infortunio muscolare è quasi sempre (se non sempre) dovuto a squilibri muscolari. Squilibri muscolari che dovrebbero essere equilibrati durante l’allenamento. Purtroppo molte volte durante gli allenamenti atletici questi squilibri vengono ampliati, aumentando in questo modo la probabilità di infortuni. Personalmente ho sempre considerato un infortunio muscolare come un mio errore. Da qui ho iniziato una profonda analisi delle cause che mi ha permesso di ridurre al minimo l’incidenza degli infortuni (non solo muscolari) negli atleti che ho allenato”.
Adduttori e flessori sono i muscoli più a rischio?
“Adduttori e flessori sono i muscoli che hanno più incidenza di infortuni. Gli adduttori sono molto usati nel calciatore. L’equilibrio di tutto il bacino è fondamentale nella prevenzione di questi infortuni. Quindi tanto lavoro di allungamento, esercizi respiratori e non affaticare questo gruppo muscolare quando non necessario. Ruolo fondamentale nell’equilibrio del bacino riveste il muscolo ileo-psoas. Però dalla mia esperienza pochissimi addetti ai lavori se ne preoccupano e molte esercitazioni in palestra tendono ad aumentare questo problema. I flessori nei calciatori sono tendenzialmente deboli. Per diminuire in maniera importante questi infortuni (e di conseguenza anche il crociato) bisogna effettuare allenamenti specifici per allenare questi muscoli e la sinergia neuromuscolare tra gluteo (muscolo anche questo dimenticato) e flessori”.
Spesso i calciatori devono far fronte a delle ricadute. Capita perché si accelerano troppo i tempi di recupero?
“Qui il problema è variegato. Affrettare i tempi di recupero sicuramente non aiuta. Ma non sta solo qui il problema. In genere la comunicazione tra i vari reparti degli staff non è tra le migliori. Inoltre credo che molti protocolli di riabilitazione dovrebbero essere aggiornati e cambiati. Bisogna però ricordare che un muscolo infortunato tende ad avere ricadute. Inoltre tutta la parte psicologica e neuromuscolare inerente al calciatore prima del ritorno all’attività post infortunio viene spesso dimenticata”.
Le squadre impegnate in Europa giocano praticamente ogni 3 giorni. Quanto influisce questo sulla preparazione e sugli infortuni?
“Secondo me non dovrebbe influire per nulla o solo in minima parte. Però chiaramente moltissime squadre non riescono a fare fronte a questo calendario. Personalmente ho avuto questa situazione per qualche stagione. Inoltre le mie squadre iniziavano dai preliminari quindi con preparazione estiva quasi assente. Non ho mai avuto problemi di infortuni. Ho l’impressione che gli staff non riescano a trovare un microciclo di allenamento efficace per questo tipo di calendario”.
Per Renato Sanches è il 15° infortunio in 3 anni. Molti lo definiscono di cristallo. In un caso simile, cosa può fare un preparatore?
“Chiaramente è molto difficile esprimere opinioni su singoli casi senza conoscere l’atleta, le condizioni neuromuscolari attuali e quando è stato acquistato. Come dicevo prima un giocatore già infortunato è più incline ad una ricaduta rispetto ad un atleta che non è stato infortunato. Lo storico di Renato Sanches è purtroppo abbastanza nutrito. Inoltre ci sono un paio di infortuni gravi muscolari che lo hanno tenuto fuori molto tempo. Questo probabilmente significa che ha avuto lesioni muscolari profonde. Bisognerebbe capire che tipo di esami sono stati fatti al momento dell’acquisto per capire l’entità del rischio connesso con l’acquisto. Se ci sono cicatrici oppure calcificazioni all’interno del muscolo il preparatore non può farci nulla. Ripeto bisognerebbe sapere di preciso in che stato il giocatore è arrivato prima di addossare responsabilità sulla preparazione”.