Scoppia la polemica attorno all’Aosta Pride Week: la partecipazione della drag queen Cristina Prenestina a un evento per bambini ha suscitato infatti l’attenzione della Lega valdostana che, tramite il suo capogruppo Andrea Manfrin, ha chiesto chiarimenti tramite un’interrogazione al consiglio regionale.
Al centro del dibattito, in particolare, l’incontro in una biblioteca comunale dove Francesco Pierri, nei passi della sua drag queen Cristina Prenestina, condurrà un laboratorio creativo con i bambini leggendo loro il suo ultimo libro, «Nino il T-Rex».
Aosta Pride, Manfrin (Lega): “L’incontro organizzato tra la drag queen e i bambini in una biblioteca comunale è inadatto”
La polemica scoppiata in queste ore attorno all’Aosta Pride Week verte, dunque, solo su un singolo evento della settimana dedicata all’orgoglio LGBT. Nella programmazione della Pride week, infatti, gli organizzatori di Aosta hanno previsto un incontro nella biblioteca Dora tra i bambini e la drag queen Cristina Prenestina – interpretata da Francesco Pierri, l’ autore del libro «Nino il T-Rex» al centro del laboratorio creativo.
L’iniziativa, tuttavia, non è particolarmente piaciuta al consigliere della Lega valdostana Andrea Manfrin che ha presentato, in consiglio regionale, un’interrogazione per conoscere «se l’iniziativa in questione sia stata condivisa con l’Assessore regionale competente ed eventualmente se sia stato richiesto di aderire e/o estendere l’evento». Il perché di questa interrogazione e la posizione del consigliere è stata spiegata dallo stesso in questa intervista esclusiva a TAG24.
Consigliere Manfrin, perché ha ritenuto di presentare un’interrogazione circa questa iniziativa prevista durante la Aosta Pride Week?
«Nell’interrogazione che discuterò domani ho semplicemente chiesto se c’era stato un confronto preventivo con l’assessore regionale e se si era ipotizzato di estendere questa iniziativa ad altre biblioteche».
Nessuna polemica dunque?
«Io non ho ancora letto niente, ma oggi mi hanno girato un comunicato stampa da parte dell’Arcigay. Un’intera pagina dove dicono che le mie iniziative non solo non gli danno fastidio, ma gli fanno piacere. Peccato che la lunghezza del comunicato suggerisca altro. Sono però lieto si stia dando riscontro a quello che faccio in consiglio regionale».
Perché non le è piaciuta questa iniziativa dedicata ai bambini?
«Ritengo questa iniziativa assolutamente non condivisibile, sia perché verranno utilizzate delle biblioteche pubbliche sia perché ci sarà una drag queen a leggere le fiabe ai bambini. Sinceramente tutto questo mi sconcerta. Per questo nella mia interrogazione ho chiesto se ci fosse stato un confronto preventivo per capire come è stata spiegata l’iniziativa e se sarà estesa».
Domani otterrà risposta alla sua interrogazione. Se le dicessero che c’è stato un confronto preventivo con l’Assessore e l’evento non sarà esteso si riterrebbe soddisfatto?
«No, ma almeno comprenderei se c’è stato un confronto e sulla base di cosa l’assessore si è convinto che questa sia un’iniziativa giusta e utile da portare all’interno di una biblioteca. La mia opinione è no, ma sono convinto a ricredermi. Vediamo che risposte avrò».
Il Comitato dell’Aosta Pride le ha risposto chiarendo che l’evento è su prenotazione: sarà pertanto scelta dei genitori se far partecipare i bambini o meno. Questo la convince?
«No, non mi convince perché purtroppo, che si voglia o no, un bambino è in piena formazione. Credo sia sbagliato che, per convinzioni politiche evidenti, si cerchi di orientarlo in maniera forzata verso un certo tipo di cultura. La mia idea è che queste siano scelte che i bambini faranno liberamente da grandi. Per questo secondo me l’evento è sbagliato: non per altro non si fanno lezioni di educazione sessuale a quell’età».
Da quello che si apprende però i bambini leggeranno, insieme alla drag queen Cristina Prenestina, un libro sul bullismo. Non si parlerà dunque di educazione sessuale.
«Io non ho detto che si parlerà di educazione sessuale, ma che c’è una figura che ha un pensiero molto evidente che ha spiegato, tanto nel suo blog quanto in interviste, la sua filosofia e il motivo per cui va nelle scuole a parlare con i bambini.
Il fatto che a leggere ai bambini ci sia un uomo vestito da donna in maniera così appariscente può a mio giudizio indurre in confusione, suscitando domande nei bambini in un momento in cui credo sia sconveniente si venga in contatto con questo tipo di pensiero».
Francesco Pierri: “Dalla politica polemiche strumentali. I bambini non hanno pregiudizi e si divertono con Cristina Prenestina”
Francesco Pierri, protagonista dell’evento in programma all’Aosta Pride Week nei panni della sua celebre Cristina Prenestina difende la sua partecipazione all’Aosta Pride e rispedisce ogni polemica al mittente. La redazione di TAG24 lo ha raggiunto per un commento alla vicenda.
Pierri, si aspettava che la sua partecipazione suscitasse un’interrogazione al Consiglio regionale della Valle d’Aosta?
«No, sinceramente no, anche perché oramai giro l’Italia dal 2019 per organizzare queste letture con i bambini. Trovo assurdo che questo possa creare, ancora oggi, polemiche e che, soprattutto, sia un argomento ancora in grado di sconvolgere i pensieri dei nostri politici.
In questo caso specifico, peraltro, la polemica nasce perché sarò ospite – e non per la prima volta – in una biblioteca comunale. Mi sembra si voglia strumentalizzare la vicenda, prendendo un’iniziativa lontana che non ha scopi lucrativi e ideologici se non quelli di creare momenti ricreativi di integrazione e aggregazione, promuovendo ideali come l’inclusione, l’autodeterminazione e l’abbattimento delle barriere razziali di genere.
Nonostante questo si punta il dito per creare polemica, forse perché non si hanno più temi. Almeno questa è la mia impressione. Giorgia Meloni nel 2020 twittò contro la locandina di un mio evento. All’epoca questo argomento era fresco, se vogliamo: quattro anni dopo mi domando come sia possibile essere ancora allo stesso punto.
La verità è che queste polemiche nascono per l’idea di un uomo che vesta abiti femminili. Mai nessuno mi ha contestato il significato delle letture che propongo ai bambini. Il problema è che non ci si informa rispetto ai contenuti delle mie favole, ci si ferma al fatto che indosso una parrucca. Questo dimostra, credo, la superficialità di tanti attacchi basati su stereotipi e pregiudizi».
Può raccontare come sono andati i precedenti laboratori di lettura svolti con i bambini?
«Le precedenti letture fatte a Roma e in tutta Italia sono sempre andate benissimo. Io non entro in casa di nessuno: i miei eventi sono pubblici, chiunque voglia è libero di entrare, sia grande o piccino. Tendenzialmente però chi decide di assistere alle mie letture è un pubblico ben informato, sensibile a determinati temi.
Quando domando al mio pubblico se sanno cosa sia una drag queen, nell’80-90% delle volte c’è una bambina o un bambino che alza la mano e risponde con esattezza. Questo fatto è sintomo del fatto che il pubblico che arriva conosce già l’argomento e che la mia presenza non è imposta a nessuno. Sono i genitori, in autonomia, a decidere se partecipare o meno con i loro figli alle mie letture.
C’è un video sul mio Instagram dove si vede una bambina che, alla mia domanda su cosa è una drag queen, mi risponde convinta “tu lo sei!”. Ai bambini spiego sempre che sono come Superman, che per avere i poteri ha bisogno del suo mantello e della S sul petto. Allo stesso modo io, per avere il mio super potere – quello di aprire le menti – ho bisogno della parrucca, delle ciglia finte e di tutto il resto.
Fino a oggi le favole hanno descritto un mondo in bianco e nero: nei miei racconti invece il mondo ha migliaia di sfumature. La favola che leggerò ad Aosta, “Nino e il T-Rex”, racconta proprio di come la paura del diverso alimenti un circolo vizioso per cui, più si viene etichettati come diversi, brutti e cattivi e più forse ci si comporterà come tali.
Il messaggio che faccio passare, però, è che questo circolo vizioso può essere spezzato con il dialogo, imparando a conoscere l’altro senza pregiudizi o stereotipi. Davvero non c’è niente di sconvolgente, brutto o malizioso. Le mie favole propongono semplicemente una diversa narrazione del mondo, delle storie nuove in cui non c’è la principessa che aspetta il suo principe azzurro».
Chi è Cristina Prenestina?
«Cristina è una maschera che ho costruito ormai 9 anni fa e che ridipingo tutti i giorni sul mio volto. Come tutto il mondo delle drag queen, Cristina è frutto di un mondo di fantasia, che poi è lo stesso di quello dei bambini. I bimbi non ti guardano con il pregiudizio se indossi una parrucca: ti guardano divertiti perché stai facendo qualcosa che ha a che fare con l’immaginazione e la libertà. Per questo comprendono».