Esiste una rete cerebrale comune a tutti noi e legata a tutti i tipi di dipendenza, un preciso neurocircuito che, se stimolato, potrebbe facilitare la vita di molte persone e riconsegnare loro la libertà perduta. Lo dice uno studio condotto dai ricercatori del prestigioso Brigham and Women’s Hospital di Boston e pubblicato su “Nature Mental Health“.
Risultati sorprendenti da uno studio americano: esiste una rete cerebrale comune legata alle dipendenze su cui si può agire
Le diverse regioni cerebrali implicate nella dipendenza – ha confermato Michael Fox, uno degli autori nonché fondatore e direttore del Center for Brain Circuit Therapeutics del Brigham and Women’s Hospital – compongono un circuito, anziché una generica area, su cui è possibile indirizzare i trattamenti contro le dipendenze.
La ricerca è il frutto dell’esame di dati ricavati da studi precedenti e che hanno coinvolto più di 9.000 soggetti. Ciascuno studio individuava una diversa regione cerebrale che veniva opportunamente stimolata.
L’aspetto affascinante – ha spiegato Jacob Stubbs, primo autore del lavoro – è che, data la grande eterogeneità della letteratura sul neuroimaging e sui disturbi da uso di sostanze, pensavamo che fosse improbabile trovare un percorso comune, ma, dopo tanto lavoro e tanta collaborazione, abbiamo trovato qualcosa. Ci sono molti modi di osservare l’imaging cerebrale, il che rende più complicato l’esame dei dati.
L’unificazione è un passo enorme nel campo della terapeutica dei circuiti cerebrali – chiude lo psichiatra e diretto clinico della stimolazione magnetica transcranica al Center for Brain Circuit Therapeutics, Joseph Taylor – Questa convergenza aumenta la nostra fiducia nel fatto che stiamo iniziando a comprendere i circuiti dei disturbi da uso di sostanze.
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