Pensione Opzione donna verso Ape Donna 2024: domanda, finestre e penalizzazione. La riforma delle pensioni parte da Opzione donna per l’inserimento di una quota Rosa. Il governo italiano tenta di rimediare al pasticcio dei nuovi requisiti introdotti per la pensione anticipata donna, attraverso l’istituzione di una misura che dovrebbe mitigarne gli effetti. La nuova misura denominata Ape donna o rosa, permetterà alle donne esclude da Opzione donna di accedere all’anticipo pensionistico a partire da 61 anni di età, a prescindere o meno della presenza dei figli. Vediamo insieme come potrebbe funzionare la nuova misura di pensionamento per le donne.

Pensione Opzione donna vs Ape Donna 2024: domanda, finestre e penalizzazione

Secondo numerosi esperti, il governo italiano potrebbe inserire nella prossima manovra finanziaria una nuova misura per tutelare le donne. Molto probabilmente, Opzione donna sarà rinnovata così com’è, ovvero con i requisiti anagrafici e contributivi introdotti nel 2023. Pertanto, potranno accedere al trattamento anticipato le lavoratrici che hanno maturato 60 anni di età e 35 anni di contributi, a condizione che risultino tra le categorie di lavoro meritevoli di tutela.

Il nuovo meccanismo di accesso alla pensione sarà strutturato su un percorso che accompagna alla trattamento economico ordinario, un anticipo pensionistico molto simile all’Ape sociale. Ed questo il motivo, per il la nuova misura dovrebbe denominarsi Ape Rosa o Ape donna. La riforma della pensione donna parte senza la possibilità di richiedere lo sconto per i figli, ma piuttosto, con un tetto anagrafico uniforme per tutti.

Per evitare iniquità verso l’Ape sociale che prevede una riduzione del requisito contributivo, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni, è possibile che venga introdotto una modifica a questa misura o venga ampliata per dare più spazio alle donne.

Sicuramente, il governo Meloni eviterà ogni forma di polemica istituendo per le donne un percorso preferenziale di accesso alla pensione. Tuttavia, difficilmente sarà possibile ripristinare il requisito anagrafico a 58 e 59 anni, ma è più fattibile che l’età di accesso al trattamento venga fissata in almeno 61 anni di età. È importante sottolineare anche la presenza di un’altra incognita, ovvero quella legata al requisito contributivo.

Nella pensione anticipata Opzione donna, infatti, l’accesso al trattamento è condizionato dalla presenza di almeno 35 anni di contributi, mentre nell’Ape sociale, è necessario maturare 30 anni di versamenti, con possibilità di riduzione a 28 o 29 anni. Nella nuova Ape Rosa o Ape donna, si presume che il requisito contributivo venga fissato a 28 anni di versamento. Va detto, ancora un volta, che si parla dell’introduzione di una nuova misura nella prossima legge di Bilancio 2024, ma è possibile che venga rimodulata l’Ape sociale già esiste, peraltro in scadenza il 31 dicembre 2023.

Quali sono i requisiti per Opzione donna nel 2023?

Possono accedere alla pensione anticipata donna, le lavoratrici che perfezionano i seguenti requisiti:

  • accumulo contributivo pari o superiore a 35 anni di versamenti;
  • età anagrafica di almeno 60 anni, ridotta di un anno per ogni figlio nel limite massimo di due anni.

Le lavoratrici che maturano i requisiti anagrafici e contributivi entro il 31 dicembre 2022, possono richiedere l’accesso a Opzione donna, a condizione che appartengano a una delle seguenti condizioni:

  • assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (articolo 3, comma 3, Legge 104). In questo caso, l’accesso al beneficio è condizionato dall’assistenza di un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  • sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. Peraltro, in tale ultima ipotesi la riduzione massima di due anni del requisito anagrafico di 60 anni si applica a prescindere dal numero di figli.  

Quali sono i requisiti per Ape Donna nel 2024?

Il piano “B” del governo Meloni potrebbe tradursi nell’introduzione di un anticipo pensionistico studiato ad hoc per le donne. è possibile che i requisiti principali seguano quelli previsti per l’Ape sociale. Sembra lontano il ripristino dei requisiti a 58 e 59 anni di età, ma non si esclude l’introduzione di uno stratagemma tra l’Opzione donna e Ape sociale. Questo porterebbe a supporre un’uscita garantita dallo Stato italiano a 61 anni di età e (forse) 30 anni di versamenti contributivi. L’ingresso al trattamento sarebbe riservato alle lavoratrici meritevoli di tutela, come appunto Ape sociale e Opzione donna.

Tuttavia, si tratta di ipotesi, tutto è ancora molto fumoso, attualmente c’è l’intento di riparare alle modifiche introdotte su Opzione donna, correttivi che hanno escluso dal beneficio una vasta platea di avente diritto.

Finestre mobili d’uscita in Opzione donna vs Ape donna

Attualmente, è possibile conseguire la pensione anticipata Opzione donna decorso:

  • finestra mobile di 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per le lavoratrici dipendenti;
  • finestra mobile di 18 mesi dalla data di maturazione dei requisiti, per le lavoratori autonomi.

Appare chiaro che il passaggio da Opzione donna all’Ape sociale prevede l’applicazione di un diverso requisito anagrafico che da 60 anni passerebbe a 63 anni. Una misura transitoria sposterebbe l’età pensionabile per mezzo, ovvero a 61 anni di età.

Inoltre, c’è anche da considerare la possibilità di una riduzione della finestra mobile da 12 mesi a 6 mesi. Un modo alternativo per aggirare le attuali regole, in cambio le lavoratrici potrebbero accedere al trattamento a 60 anni di età.

Quanto si è penalizzati con Opzione donna?

In linea generale, la pensione anticipata Opzione donna prevede il calcolo della pensione esclusivamente con il sistema contributivo. Di norma questo tipo di calcolo produce una penalizzazione dell’assegno di circa il 35%.

L’Ape sociale non prevede penalizzazioni. Tuttavia, non prevede diversi diritti. Infatti, si tratta di un assegno corrisposto ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia. L’importo dell’indennità non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo. Il trattamento di Ape Sociale cessa in caso di decesso del titolare e non è reversibile ai superstiti.

Infine, la domanda per la pensione Opzione donna va presentata in modalità telematica all’INPS attraverso il servizio dedicato. In alternativa, si può fare la domanda tramite:

  • Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
  • enti di patronato e intermediari dell’Istituto.