Bufera in casa UEFA, tutto a causa della finale di Champions League 2022 tra Real Madrid e Liverpool, ricordata più per ciò che successe fuori allo Stade De France che per la partita in se. All’epoca si registrarono scontri avvenuti tra le forze dell’ordine e i tifosi del Liverpool ammassati fuori dallo stadio, impossibilitati ad entrare e che dunque hanno cercato a modo loro di poter assistere alla partita, con i disordini che hanno portato il match ad essere posticipato di 30 minuti. Al centro delle accuse il presidente UEFA Aleksander Ceferin che, secondo il The Guardian, avrebbe presentato prove false per coprire un amico, così come spiegato dall’ex direttrice operativa UEFA Sharon Burkhalter-Lau al segretario generale della Uefa, Theodore Theodoridis.

Finale Champions 2022, l’accusa a Ceferin

Secondo le parole della Burkhalter-Lau, all’epoca dei fatti il responsabile alla sicurezza dell’evento era Zeljko Pavlica, amico stretto di Ceferin, che non avrebbe organizzato il piano sicurezza nel dettaglio. L’ex direttrice UEFA ci va giù pesante, spiegando come Pavlica non abbia mai partecipato alle riunioni per il piano sicurezza, non fornendo nemmeno le informazioni necessarie per fare essere a conoscenza dell’organizzazione lavorativa.

Il giorno della partita è il caos, con tanto di indagini per cercare di capire il perchè di un piano sicurezza totalmente insufficiente. Ed è qui che entra in gioco Ceferin: il presidente UEFA, avrebbe falsificato le prove per poter tutelare il suo migliore amico, così come spiegato nella nota inviata dalla Burkhalter-Lau al segretario generale della Uefa, Theodore Theodoridis.

Il contenuto della nota

L’accusa all’interno della nota è netta, ed è rivolta direttamente a Ceferin: “Sono state presentate prove completamente false nell’inchiesta sul disastro sfiorato nella finale di Champions League del 2022, allo Stade de France tra Liverpool e Real Madrid, per proteggere l’unità di sicurezza dell’Uefa guidata dal migliore amico del presidente“.

Una presa di posizione netta della Burkhalter-Lau, che va contro le accuse delle indagini precedenti che avevano assegnato la responsabilità del caos alla divisione eventi gestita dal suo ufficio, e che rischia di sollevare un vero e proprio polverone. Dal canto suo, Pavlica ha dichiarato di non essere mai venuto a conoscenza della situazione di crisi in merito all’ingresso dei tifosi allo Stade De France se non alle 20:45, quando nella riunione pre partita Ceferin aveva spiegato ciò che stava accadendo, ritardando così l’inizio della finale di trenta minuti. Ma da questo punto di vista ci sarebbero delle chat Whatsapp che confermerebbero come l’allarme sia scattato a partire dalle 17, e non tre ore più tardi.