Cos’è il forest bathing? Si tratta di una pratica nata in Giappone chiamata “Shinrin-yoku”,  secondo cui l’uomo cerca il contatto con la natura apprezzando sensorialmente ogni sua caratteristica e ritrovando così l’armonia del corpo con l’ambiente.

Attraverso i cinque sensi e grazie alle sostanze organiche rilasciate dagli alberi, l’uomo infatti rimane in forte contatto con la natura creando una connessione profonda.

Durante il forest bathing, infatti si pone l’attenzione su dei profondi respiri facendo entrare nel corpo aria fresca, si ascoltano i suoni della natura come il canto degli uccelli o il suono delle foglie mosse dal vento. Inoltre si può toccare la corteccia degli alberi e immergersi così totalmente nella quiete e nella bellezza di ciò che ci circonda.

Secondo i fautori di questa pratica però non tutti gli alberi hanno lo stesso effetto. Infatti sono da preferire le latifoglie tra cui il leccio, la quercia e il faggio.

La differenza che c’è tra fare una passeggiata nei boschi e provare ad immergervisi nella natura non è da poco. Ciò infatti implica un coinvolgimento psicofisico che avrà delle ricadute sorprendenti.

Dopo essersi connessi con la natura circostante verrà del tutto naturale entrare in uno stato meditativo. In poco tempo infatti, controllando il respiro e permettendo al proprio corpo di assaporare gli odori del bosco si verrà interamente coinvolti nella pratica rilassante.

Cos’è il forest bathing: lasciarsi guidare da un esperto

Per mettere in partica questa tecnica di rilassamento in Italia, il WWF ha da poco inaugurato dei percorsi ad hoc in tre sue oasi protette. Queste sono accessibili a tutti indipendentemente dall’età o dalla forma fisica proprio perché l’obiettivo è quello di creare una connessione tra esseri umani e natura.

Per riuscire a praticare questa disciplina al meglio è importante lasciarsi guidare da un esperto. 

Se ci si affida alle oasi WWF è bene sapere che le sue guide sono state formate dal team di Forest Therapy Hub. Il team opera già in oltre 70 paesi del mondo grazie al supporto di WWF e di un brand italiano. Tutto questo sta portando all’espansione una vera e propria rete qualificata in materia di forest bathing. L’Aimef, l’Associazione Italiana Medicina Forestale ne è un esempio, infatti questa associazione per formare operatori specializzati in questo campo realizza dei percorsi specifici all’interno delle proprie aree.

I benefici

I benefici del forest bathing sono già noti in tutto il mondo e coinvolgono corpo e mente.

Alcuni studi scientifici hanno inoltre evidenziato come l’immersione nella natura possa potenziare le nostre difese immunitarie, migliorare l’umore, regolare il sistema cardiovascolare, abbassare il colesterolo e ridurre lo stress e l’ansia.

Da un punto di vista scientifico si sta cercando di collegare sempre più la ricerca medica con quella forestale. L’obiettivo è quello di identificare rigorosamente i fattori determinanti degli effetti curativi osservati. Lo studio infatti include le specie e gli assetti forestali, i composti organici, il tipo, la durata e la collocazione nel tempo dell’interazione dell’uomo con l’ambiente della foresta. Oltre che l’età, il genere, le condizioni pregresse e altre caratteristiche dei partecipanti.

Dove praticare questa tecnica

Per poter trarre il massimo beneficio della pratica del Forest Bathing, l’ideale è restare a contatto con la natura da un minimo di quattro ore a diversi giorni, effettuando passeggiate di circa 5 km.

Il giusto equilibrio sarebbe alternare camminate a momenti di riposo e rilassamento, respirando profondamente per inalare gli oli essenziali rilasciati dagli alberi. 

In Italia, essendo un paese ricco di natura, sono tantissimi i posti dove si può praticare il Forest Bathing. Dall’Oasi Zegna in Piemonte al Parco del Respiro di Fai della Paganella in Trentino, passando per i Monti dell’Amiata in Toscana, la Maremma, il Parco Nazionale dell’Abbruzzo.

Anche il sud è ricco di foreste dove poter fare il pieno di salute e ricaricare le pile. Ad esempio la Calabria, scrigno di immensi parchi naturali e aree protette.