La vicepresidente della Commissione Ue Vera Jourova attacca Elon Musk in merito alla disinformazione dilagante su X. L’ex Twitter è finito al centro delle indagini operate dall’Unione Europea sulle principali piattaforme online.

Oggetto della discordia, l’abbandono del codice di condotta contro la disinformazione, stilato per contrastare le fake news su tutti i social network. Jourova non ha usato mezzi termini per definire l’ultimo acquisto dell’imprenditore di origini sudafricane.

È la piattaforma con il maggior numero di post con informazione scorretta o disinformazione. Gli attori della disinformazione hanno significativamente più follower rispetto a quanto tendano ad avere le loro controparti di non disinformazione.

La propaganda sulle piattaforme è tornata d’attualità anche per colpa della Russia. La vicepresidente della Commissione sottolinea infatti che la diffusione di fake news resta una delle strategie preferite del Cremlino.

Ue contro Musk per la disinformazione su X: “Non è esonerato dagli obblighi”

Jourova sottolinea come l’Europa abbia invitato i colossi social a “monitorare specificamente le informazioni sulla guerra russa in Ucraina”.

A tal proposito, tra gennaio e aprile 2023, YouTube ha chiuso più di 400 canali legati allo Stato russo, mentre Google ha rimosso la pubblicità da quasi 300 pagine “collegate a siti finanziati dallo Stato”. TikTok, dal canto suo, ha verificato 832 video relativi alla guerra, rimuovendone 211.

Poi l’ennesima frecciata all’uomo più ricco del mondo, che “sa” di non essere “esonerato dagli obblighi abbandonando il codice di condotta” per le piattaforme online.

Abbiamo la legge sui servizi digitali pienamente in vigore. La applicheremo, abbiamo una nostra unità molto ben attrezzata che monitorerà e supervisionerà ciò che stanno facendo le piattaforme. Il mio messaggio per Twitter è che c’è sempre la dura legge della vita: staremo attenti a quello che stai facendo.

I rischi della disinformazione, secondo Bruxelles, “sono particolarmente elevati nel contesto elettorale“. L’invito alle piattaforme resta dunque quello di “essere vigili e fornire garanzie efficaci”.

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