Con 20 anni di contributi maturati, posso andare in pensione nel 2024? La pensione di vecchiaia richiede la presenza di un requisito contributivo di 20 anni. A questo criterio si associa quello anagrafico, che si sviluppa in due direzioni. La prima riguarda la pensione di vecchiaia ordinaria, mentre l’altra assume un contorno diverso, rifacendosi alle norme imposte dalla riforma Fornero. Vediamo insieme quale sono le alternative possibili per il 2024.

20 anni di contributi per andare in pensione nel 2024: ecco come

Il diritto alla pensione di vecchiaia ordinaria viene perfezionato con 67 anni di età e 20 anni di contributi. Si tratta dei requisiti imposti dalla riforma Fornero per l’accesso alla pensione di vecchiaia. La buona notizia è che questi requisiti resteranno inalterati anche nel 2024.

Tuttavia, nell’impostare una linea previdenziale chiara, il legislatore ha previsto anche un’uscita alternativa riducendo il requisito anagrafico a 64 anni di età.

Quest’ultima possibilità è stata resa accessibile solo da coloro che rientrano esclusivamente nel sistema di calcolo contributivo per la liquidazione della pensione. Tuttavia, bisogna considerare che 20 anni di contributi e 64 anni di età non sono parametri previdenziali applicabili a tutti, in quando prevedono altre condizioni.

La prima riflessione da fare sulla pensione di vecchiaia anticipata a 64 anni riguarda la presenza di una contribuzione maturata dopo il 1995, mentre l’altra riguarda la presenza di un assegno pensione di almeno 2,8 volto il trattamento minimo.

Quanto prendo di pensione con 20 anni di contributi e 67 anni di età?

Per il biennio 2022/2024, la pensione di vecchiaia si ottiene solo se vengono soddisfatti sia il requisito anagrafico che quello contributivo. In sostanza, l’accesso al trattamento è condizionato dalla presenza di un’età di 67 anni e un montante contributivo di almeno 20 anni.

Se non viene raggiunto il requisito contributivo, quindi con meno contributi, l’uscita con la pensione di vecchiaia può essere richiesta a 71 anni di età.

Il vero problema sorge per coloro che hanno iniziato a maturare un’anzianità contributiva successivamente al 1995, e quindi si ritrovano integralmente nel sistema contributivo. Secondo i canoni ordinari di pensionamento, coloro che rientrano nel contributivo devono soddisfare anche un limite legato alla liquidazione dell’assegno.

Per questo motivo, anche l’uscita a 67 anni richiede un montante contributivo di almeno 20 anni e un assegno di almeno 1,5 volte il trattamento minimo.

Per il 2023, stiamo parliando di una pensione di vecchiaia di appena 755 euro, considerato che il trattamento minimo corrisponde a 563,64 euro.

Questi requisiti riflettono pienamente una carriera lavorativa ricca e continuativa. Infatti, lavori discontinui e stipendi bassi arrancano a contribuire al raggiungimento dei questi standard pensionistici.

In molti casi, l’INPS, nella verifica del diritto al trattamento ordinario, richiede un accumulo contributivo maggiore rispetto alla norma, proprio a causa dell’assenza di diversi parametri.

Quali sono i requisiti per andare in pensione a 64 anni?

Secondo le disposizioni normative imposte dalla riforma Fornero, i lavoratori con un carriera lavorativa stabile e continuativa possono richiedere l’uscita con la pensione di vecchiaia al compimento dei 64 anni di età con 20 anni di contributi. Si prevede, quindi, un uscita dal lavoro molto prima dei 70 anni di età, ma anche dei 67 anni, a condizione che venga maturata una pensione di almeno 2,8 volte il trattamento minimo.

Di conseguenza, i lavoratori che rientrano integralmente nel sistema contributivo possono anticipare l’uscita a 64 anni di età con 20 anni di contributi, grazie alla pensione anticipata contributiva.

Il nodo cruciale è legato alla presenza di un assegno di almeno 2,8 volte il trattamento minimo, ovvero di valori che si aggirano intorno a 1.410 euro mensili per il 2023.

Quanto si prende di pensione a 67 anni con 25 anni di contributi?

Per sommi capi, per determinare i parametri relativi alla pensione di vecchiaia a 67 anni di età con 25 anni di contributi, è necessario considerare diverse fattori.

Ad esempio, se la retribuzione lorda accantonata è pari a 25.000 euro e l’accumulo contributivo di 206.250 euro, applicando il coefficiente di trasformazione del 5,723%, la pensione sarà pari a 11.804 euro annui lordi, corrispondenti a circa 908 euro lordi al mense.

Quanto si prende di pensione a 64 anni con 20 anni di contributi?

La pensione di vecchiaia anticipata contributiva a 64 anni di età prevede un accumulo minimo di contribuzione di 20 anni, ma anche una rendita non inferiore a 2,8 volte il trattamento minimo. Ciò significa che la regola principale porta a un assegno di circa 1.410 euro mensili.

Per maturare il diritto a questo trattamento occorre prendere in considerazione diversi fattori necessari alla conversione in pensione, tra cui:

  • montante contributivo;
  • coefficiente applicato;
  • età del pensionamento.

Per rispettare il primo criterio, è necessario maturare un accumulo contributivo di almeno 330.000 euro, al quale verrebbe applicato un coefficiente di trasformazione del 5,184%. In parole povere, questo trattamento può essere richiesto da coloro che hanno avuto una carriera lavorativa lunga e remunerativa.