Oggi martedì 26 settembre a partire dalle 11:30 si terranno nell’emiciclo della Camera dei deputati i funerali di Stato laici per Giorgio Napolitano, ex presidente della Repubblica spentosi venerdì scorso a 98 anni. Se è la prima volta che un funerale di Stato si terrà all’interno dell’aula di Montecitorio, è accaduto già in passato che alcuni esponenti politici italiani scegliessero per sé un rito laico. Vediamo cosa vuol dire e cos’è un funerale laico di Stato in quest’articolo.
Il funerale laico di Stato per Giorgio Napolitano, cos’è e cosa vuol dire
Quando si organizza un funerale la prima cosa che di solito viene in mente è chi officerà il rito funebre. A seconda delle religioni, cambia l’officiante ma questo viene comunque da una qualche organizzazione religiosa. In un funerale laico, invece, non c’è un cerimoniale preciso: sono gli amici, i conoscenti ed i parenti del defunto a decidere come omaggiare e ricordare la sua memoria.
In Italia il funerale laico non è ancora molto diffuso rispetto ai paesi specie quelli del Nord Europa: in molti piccoli comuni italiani non è prevista una sala per organizzare questo tipo di cerimonia funebre (nonostante un decreto del Presidente della Repubblica in tal senso) e al cimitero del Verano a Roma la sala adibita allo scopo è stata ampliata solo post-Covid. Spesso le persone che scelgono un funerale laico adibiscono allo scopo una stanza della propria abitazione privata, prima del trasferimento del defunto in un cimitero.
Tornando al funerale laico di Napolitano, i suoi familiari hanno deciso alcuni giorni fa chi saranno gli oratori: c’è Giuliano Amato, ex esponente del PSI ed ex premier, Gianni Letta, Anna Finocchiaro ed il commissario europeo Paolo Gentiloni. Ciascuno di questi terrà un discorso per ricordare l’uomo e lo statista che furono Napolitano. Anche il Cardinale Ravasi parlerà con un discorso che lega fede e ragione. Gli ultimi interventi di commiato saranno riservati alla famiglia, al figlio Giulio Napolitano e alla nipote Sofia.
Cosa prevede il cerimoniale per le esequie di Stato e a chi spettano
La legge numero 36 del 7 febbraio 1987 prevede che i funerali di Stato siano organizzati per i presidenti degli organismi costituzionali, gli ex presidenti della Repubblica e agli ex premier, i ministri deceduti durante la loro permanenza in carica nonché le persone che hanno reso onore alla nazione e le vittime del terrorismo. I funerali sono a carico dello Stato e l’ufficio della presidenza del Consiglio che gestisce il cerimoniale di Stato ne decide la forma e l’organizzazione.
L’ufficialità della cerimonia funebre prevede, come si legge sul sito del Governo:
il feretro contornato da sei carabinieri in alta uniforme, o appartenenti allo stesso Corpo dello scomparso; onori militari al feretro all’ingresso del luogo della cerimonia e all’uscita; la presenza di un rappresentante del Governo; una orazione commemorativa ufficiale; altri adempimenti eventualmente disposti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Sono stati celebrati per due esponenti del Pci i funerali laici di Stato: per il presidente della Camera Piero Ingrao e per la donna che ne prese il posto, la prima ad arrivare al vertice della Camera, Nilde Iotti.
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