Sarà eseguita oggi all’ospedale San Salvatore de L’Aquila l’autopsia sul corpo di Matteo Messina Denaro, il super boss di Cosa Nostra arrestato a Palermo lo scorso gennaio, morto all’età di 61 anni a causa di un grave tumore al colon. Domani la sua salma sarà riconsegnata alla famiglia e trasferita a Castelvetrano, dove sarà sepolta – senza funerale – accanto a quella del padre Francesco.
Oggi l’autopsia sul corpo di Matteo Messina Denaro, domani la sepoltura senza funerale a Castelvetrano
L’esame autoptico, un “atto tecnico necessario”, si svolgerà oggi nel sotterraneo del laboratorio di anatomia patologica dell’ospedale San Salvatore, dove il boss è stato dichiarato morto alle prime ore del 25 settembre scorso. Sarà un professionista dell’Università di Chieti ad occuparsene. Poi, nella giornata di domani, il corpo di Messina Denaro sarà restituito alla famiglia e trasferito a Castelvetrano, suo paese d’origine, per la sepoltura.
Per l’occasione è prevista una breve cerimonia di tumulazione, ma non si terrà alcun funerale: a vietarlo sarà il Questore di Trapani, come accade in seguito alla morte di tutti i boss mafiosi. Ma era stato lui stesso, in un pizzino datato 2013, a rendere note le sue volontà post mortem, scagliandosi contro la Chiesa e contro
ogni celebrazione relegiosa, perché fatta di uomini immondi che vivono nell’odio e nel peccato.
Morto l’ultimo stragista di Cosa Nostra
Dopo aver raccolto l’eredità di capomafia dal padre Francesco, Matteo Messina Denaro – già condannato all’ergastolo per le stragi del ’92 -, avrebbe voluto emularne anche la fine, consegnandosi alle autorità da morto. Per lui invece il destino ha avuto altri piani: lo scorso gennaio i carabinieri del Ros lo avevano tratto in arresto presso la clinica privata “La Maddalena” di Palermo.
Vi si era recato – sotto falso nome – per sottoporsi a una seduta di chemioterapia: da tempo aveva scoperto di essere malato e, grazie all’aiuto dei suoi fiancheggiatori, era riuscito ad operarsi e a curarsi. Le sue condizioni di salute dall’arresto in poi non hanno fatto che peggiorare: poche settimane fa i medici avevano deciso di sospendere le cure oncologiche e procedere con la sola terapia del dolore. Era stato lui a chiedere di evitare l’accanimento terapeutico.
L’8 agosto era stato ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale San Salvatore. Quando si è spento, il 25 settembre scorso, al suo capezzale c’erano la figlia Lorenza – che ha da poco cambiato cognome, rinunciando a quello della madre Francesca Alagna – e la nipote avvocato Guttadauro. Assente invece la madre, rimasta a Castelvetrano perché gravemente malata.
La stessa fine di Provenzano e Riina
Se la sua fine è stata molto diversa da quella del papà “don Ciccio”, morto di infarto da latitante – e fatto ritrovare giorni dopo vestito di tutto punto, già pronto per il funerale -, è stata simile, invece, a quella di Provenzano e Riina, i suoi predecessori. Entrambi, come Messina Denaro, sono morti in ospedale dopo essere stati arrestati: il primo nel 2016, al San Paolo di Milano – dove, da tempo, diverse perizie mediche lo avevano indicato come “vegetale” -; il secondo nel 2017, alla vigilia del suo 87esimo compleanno: quando morì era già entrato in coma da diversi mesi.
Con loro se sono andati gli ultimi stragisti di Cosa Nostra. E negli ambienti di mafia è già partito il totonome per il successore. Anche se sembra che un erede di Messina Denaro, tra i clan, non esista. A dichiararlo è stato l’ex pm Alfonso Sabella, che ha anche escluso la possibilità che il boss si sia in un certo senso “consegnato”, allentando le maglie della sua “sicurezza” ed esponendosi, come in molti avevano ipotizzato immediatamente dopo la cattura.