Due F-35 italiani hanno intercettato alcuni jet russi in volo nello spazio Nato. A darne conferma la stessa Alleanza atlantica, che ha avvistato i velivoli di Mosca nello spazio aereo internazionale sopra il Mar Baltico.

Una zona pericolosamente vicina ai confini Nato, spesso presidiata dagli aerei di combattimento intergovernativi. Dopo la segnalazione da parte dei radar dell’Alleanza sono intervenuti i due caccia della Task Force Air-32nd Wing dell’Aeronautica militare italiana. Gli F-35 hanno scortato i jet russi, due aerei da combattimento Su-30 Flanker della Federazione Russa, verso i loro confini nazionali.

L’operazione, spiega la Nato attraverso i propri canali, è stata condotta in modo professionale, garantendo che “in nessun momento gli aerei russi sono entrati nello spazio aereo” alleato.

F-35 italiani allontanano jet russi, Mosca abbatte missile ucraino sulla Crimea

Un missile in Crimea, due droni sulla regione di Kursk, altri sette sopra la regione di Belgorod. Le forze russe hanno avuto il loro da fare per abbattere la controffensiva ucraina nelle ore notturne tra ieri, lunedì 25 settembre, e oggi.

Il missile dell’esercito di Kiev è piovuto vicino all’aeroporto di Belbek, nella penisola annessa dal 2014. Un allarme di attacco emanato dalle autorità era risuonato in serata su tutta la penisola. La Tass, citando il ministero della Difesa russo, ha riportato l’esplosione di altri droni tra il centro e l’area sud-occidentale dell’Ucraina.

Per quanto riguarda la regione di Belgorod, in particolare, la Russia ha annunciato che “è stata attaccata massicciamente dai droni”. I residenti “hanno segnalato un massiccio attacco di droni nel distretto di Grayvoronsky“. Anche qui è entrato in funzione il sistema di difesa aerea.

Già la scorsa domenica la capitale regionale Kursk era stata attaccata con droni. Uno degli ordini sarebbe finito sull’edificio del servizio segreto interno russo (Fsb) e un altro una raffineria di petrolio.

Nuove armi per Kiev: un moderno drone sottomarino e attrezzature dal Regno Unito

Dopo l’arrivo dei carri armati dagli Usa, Volodymyr Zelensky potrà contare su un altro asso nella manica nel respingere l’assalto russo. Si tratta del drone sottomarino “Marichka”, che sta effettuando un’uscita di prova.

In caso di test positivo, l’arma potrà essere utilizzata dalle Forze Armate ucraine. Capace di contrastare i sistemi di guerra elettronica russi, il drone è costato 400mila euro. Sarà in grado, spiega il sito censor.net, di attaccare ponti, navi, fortificazioni costiere, sottomarini degli occupanti russi e anche condurre ricognizioni. Secondo il portale, Marichka è stato sviluppato da volontari della piattaforma ammo.ukraine.

Nel frattempo, dal Regno Unito sono pervenute più di 1.500 attrezzature per lo sminamento e per l’eliminazione degli ordigni esplosivi. A rivelarlo il ministero della Difesa, citato da Ukrinform. I soldati ucraini hanno ricevuto un addestramento dagli esperti britannici sull’eliminazione degli ordigni esplosivi.

La nuova attrezzatura permetterà di disattivare mine, munizioni, missili inesplosi e altri ordigni impiegati in Ucraina: una seria minaccia per la sicurezza dei civili. La formazione, a cura degli ingegneri della Royal Engineers, include come condurre un briefing sulle minacce, pianificare operazioni di sminamento e lezioni pratiche su come ripulire aree di terreno, ma anche sistemi di trincee, bunker ed edifici civili.