A chi conviene andare in pensione nel 2024 con opzione donna e con quale proiezione di importo? Alla domanda è necessario premettere che la misura di prepensionamento delle lavoratrici che sarà varata nella legge di Bilancio di questo autunno rimane ancora un’incognita.

Tra le ipotesi vi è quella di un ritorno ai soli requisiti anagrafici e contributivi, come avveniva per le uscite anticipata fino al 31 dicembre 2022. La scorsa Manovra ha stabilito che le lavoratrici potessero agganciare l’opzione donna all’età di 60 anni (con sconto a 59 o a 58 anni per uno o due figli), unitamente a 35 anni di contributi e all’appartenenza a una delle categorie svantaggiate, ovvero l’essere licenziate, caregiver o disabili al 74 per cento minimo.

Opzione donna, ecco a chi conviene andare in pensione nel 2024

Il risultato della riforma delle pensioni anticipate con opzione donna del 2023 è stato un flop delle lavoratrici che sono uscite con questa misura. Nell’anno in corso, infatti, i prepensionamenti delle lavoratrici si contano nell’ordine di qualche migliaia, rispetto alle 24mila e oltre del 2022.

Ipotizzando che il governo adotti nella legge di Bilancio 2024 variazioni che possano portare la misura a ricalcare i soli requisiti anagrafici e contributivi (un minimo di 60 anni di età unitamente a 35 anni di contributi), cambierebbe la platea delle lavoratrici alle quali converrebbe andare in pensione. Sull’importo mensile, dato per scontato che verrà confermato il ricalcolo con il meccanismo contributivo, dipende da vari fattori, tra i quali anche l’anno di inizio del primo lavoro.

Requisiti pensioni lavoratrici nel prossimo anno

Tra le lavoratrici che potrebbero agganciare l’opzione donna come misura di pensione anticipata nel 2024 figurano le over 60 anni. Nel 2024, una lavoratrice nata nei primi anni 60 raggiunge necessariamente il requisito anagrafico. La maturazione dei 35 anni di contributi dipende, invece, dall’anno di inizio del primo lavoro e dall’aver avuto una carriera continua, senza buchi contributivi (o, quanto meno, limitati a brevi periodi).

Sull’importo della pensione, si può fare un calcolo in base al rapporto tra l’ultimo stipendio e il mensile contributivo. Si può perdere anche fino al 40% rispetto al reddito da lavoro e, tra requisiti di uscita, arrivare a differenze anche del 10%. Ad esempio una donna classe 1962 che dovesse andare in pensione nel 2024 e che abbia iniziato a lavorare all’età di 26 anni, avrà un importo di pensione pari al 57% dell’ultima retribuzione lavorativa.

Opzione donna, a chi conviene e per quale importo di pensione mensile

Una lavoratrice nata nello stesso anno ma che abbia iniziato a lavorare a 27 anni avrebbe una pensione futura pari al 69% dell’ultima retribuzione. Ciò dipende dal fatto che quest’ultima lavoratrice nel 2024 non maturerà i 35 anni di contributi necessari per l’opzione donna. La scelta di un’altra misura di uscita (pensione di vecchiaia o anticipata) le consentirà di continuare a lavorare più a lungo e di versare più contributi.

In linea generale, le lavoratrici che andranno in pensione nel prossimo anno con opzione donna e che siano nate tra il 1960 e il 1963 avranno una pensione che sarà tra il 55% e il 65% l’importo dell’ultima busta paga.