Sulle pensioni a quota 103 e sul bonus spettante ai lavoratori che maturino i requisiti di uscita nel 2023, ma che rinuncino a lasciare il posto di lavoro, l’Inps è intervenuta nuovamente con la circolare numero 82 di venerdì scorso, 22 settembre. In particolare, oltre alle varie situazioni nelle quali il datore di lavoro debba versare in busta paga la quota dei contributi spettante al lavoratore (di norma pari al 9,19% per cento), la circolare si sofferma anche sull’integrazione del bonus per continuare a lavorare e il taglio del cuneo fiscale, attualmente in vigore sulle buste paga da luglio a dicembre 2023 con sconti del 6% e del 7%, e in attesa di proroga anche sugli stipendi del 2024. 

Pensioni, bonus per rinuncia a quota 103 e taglio del cuneo fiscale: ecco quando conviene l’incentivo 

L’Inps è intervenuta con ulteriori dettagli sul bonus per i lavoratori che maturino i requisiti per la pensione a quota 103, ovvero l’età di 62 anni unitamente a 41 anni di contributi. La rinuncia ad andare in pensione avvantaggia il lavoratore di un incentivo da calcolare sulla quota dei contributi previdenziali Inps a proprio carico. Tali contributi, che nella pratica sono versati nella busta paga dal datore di lavoro, concorrono ad aumentare lo stipendio mensile netto nel cedolino, rappresentando quindi un bonus a favore del lavoratore per aver scelto di rimandare la pensione. 

Pensioni bonus quota 103, che cos’è la pensione anticipata flessibile?

Il bonus (conosciuto come incentivo “Maroni”) è stato introdotto dalla legge di Bilancio 2023 che prevede, per i lavoratori che abbiano maturato i requisiti per andare in pensione nel 2023 con la quota 103 (chiamata dall’Inps “pensione anticipata flessibile”), la possibilità di rinunciare all’accredito dei contributi per la parte a proprio carico (il 9,19 per cento), facendo venire meno l’obbligo di versamento dei contributi da parte dei datori di lavoro.

Tale facoltà, come chiarito dall’Istituto di previdenza, decorre dalla prima data utile per la pensione anticipata flessibile. Per l’anno 2023 la decorrenza è da aprile scorso. Chi avesse maturato entro questa data i requisiti di quota 103, potrebbe richiedere l’incentivo in maniera retroattiva. Alla stessa decorrenza, dunque, il datore di lavoro può corrispondere al lavoratore la quota di contributi che avrebbe dovuto versare, per suo conto, all’Inps, nel caso in cui non fosse stata esercitata da parte del lavoratore la facoltà di rinunciare al pensionamento anticipato. La quota dei contributi a carico del lavoratore finiscono, pertanto, come aumento dello stipendio netto in busta paga. 

Pensione anticipata flessibile e taglio del cuneo fiscale, quale conviene? 

Per effetto di questo meccanismo è da verificarsi la convenienza ad ottenere il bonus sul mancato pensionamento con quota 103 anche alla luce dell’attuale incentivo nel cedolino di busta paga, ovvero il taglio del cuneo fiscale. Le buste paga dei lavoratori, da luglio a dicembre 2023, beneficiano di uno sconto sui contributi a carico dei dipendenti del 7% per retribuzioni annuali fino a 25mila euro (pari a 1.923 euro lordi al mese) e del 6% per redditi da 25mila a 35mila euro lordi all’anno (tra 1.923 e 2.692 euro lordi al mese). 

Per effetto del bonus spettante per chi maturi i requisiti della pensione a quota 103, è necessario decurtare la parte di taglio dei contributi a carico dei lavoratori già in vigore fino a fine anno. Pertanto, un lavoratore che guadagni 1.850 euro lordi al mese, avrà un taglio dei contributi a proprio carico del 7% per effetto della misura introdotta dal decreto “Lavoro” del 2023. Il 7% andrà a ridurre la quota dei contributi del 9,19%, producendo un costo del 2,19% a carico del lavoratore per i versamenti Inps.

A differenza del bonus sulla quota 103, i contributi non versati per effetto del taglio del cuneo fiscale sono recuperati dal lavoratore grazie alle risorse stanziate dal governo e concorrono al calcolo della futura pensione. Il lavoratore, invece, perde definitivamente l’incentivo su quota 103, in riferimento al monte dei contributi utili alla futura pensione.