Sta ritornando alla ribalta la malattia X, una fantomatica malattia che colpirà il mondo e che farà morire tantissime persone.

Se il Covid non causa più il panico, ecco che fa capolino un famigerato nuovo virus X, indecifrabile, che porterà morte e distruzione.

Ma cosa c’è di vero in tutto questo? La malattia X è davvero nuova alle cronache? Bisogna preoccuparsi e allarmarsi?

Scopriamo tutti i dettagli, mettendo in luce la mancanza di prove empiriche concrete che ne giustifichino la gravità.

La malattia X, è da anni che se ne parla

È dal 2018, quindi da ben prima del Covid, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla di una nuova potenziale malattia virale, indeterminata, indefinita, e per questo chiamata X.

Sembra il titolo di un thriller distopico sulle malattie, e invece è realtà. Ma cosa c’è di concreto? Di che virus si tratta? Quali sintomi porterà questa malattia? Quale percentuali di mortalità?

Non ci è dato sapere nulla, perché è una previsione che non si basa su nessun agente patogeno. Eppure si parla già di vaccini contro questa misteriosa malattia.

Nessun agente patogeno dietro la malattia X

Sì, avete letto bene. Non esiste alcun agente patogeno specifico dietro la “Malattia X” e ad affermarlo è proprio l’OMS.

I virus possono cambiare rapidamente la loro “patogenicità”, ovvero la loro capacità di causare una malattia: la grave malattia respiratoria SARS, verificatasi nel 2002/2003, ne è un esempio.

I fattori scatenanti sono stati i coronavirus che conosciamo da molto tempo. Ma poi da questo gruppo è emerso un virus precedentemente sconosciuto che ha causato queste gravi infezioni.

Un altro esempio è stata la pandemia influenzale del 2009/2010 causata da una nuova variante del virus A(H1N1).

Ma non sono solo i virus ad essere imprevedibili. Anche i batteri lo sono.

Anche i batteri originariamente innocui possono cambiare. Anche se, di solito, non avviene così rapidamente come con i virus.

Inoltre, mentre le infezioni batteriche possono essere trattate con antibiotici nella maggior parte dei casi, abbiamo pochissime terapie efficaci per molte malattie virali.

Nel caso dei batteri, però, può svilupparsi la resistenza agli antibiotici e questo può rendere difficile se non impossibile, curare la patologia.

Il fenomeno più preoccupante, che si sta verificando in tutto il mondo, è l’accumulo di resistenza da parte di alcuni batteri patogeni a più tipi di antibiotici. 

Questi batteri multiresistenti possono continuare a crescere e diffondersi anche quando vengono trattati contemporaneamente con diverse classi di antibiotici. Alcuni di essi possono essere addirittura resistenti a tutti gli antibiotici conosciuti.

La malattia X potrebbe essere il risultato di un virus prodotto in laboratorio

Una nuova “Malattia X” potrebbe anche essere il risultato dell’uso di armi biologiche. O semplicemente il risultato di disattenzione nei laboratori di ricerca.

Nel 2017 alcuni ricercatori canadesi hanno pubblicato un articolo su come, con relativa facilità, avevano ricreato sinteticamente in laboratorio un virus del vaiolo (eradicato) a partire da frammenti di materiale genetico.

È utile davvero pubblicare le istruzioni per riprodurre virus mortali? Non si rischia così che un virus ricreato in laboratorio diventi pericoloso per l’uomo?

C’è davvero da preoccuparsi per questa malattia X?

Premettendo che di questa fantomatica malattia, ultimamente, si sta parlando solo in Italia, dobbiamo ricordare che è nella natura delle cose che continuino ad emergere nuovi agenti infettivi che hanno il potenziale di causare epidemie o pandemie.

I virus, come abbiamo visto, mutano. I batteri anche. E, infine, anche la resistenza agli antibiotici può causare una pandemia.

Negli ultimi 30 anni l’umanità ha dovuto lottare contro alcuni di questi agenti patogeni: MERS, Ebola, influenza, Marburg, Lassa, Nipah, Zika e SARS figurano nell’elenco dell’OMS degli agenti patogeni pericolosi.

E non saranno gli ultimi, questo è certo. Ecco perché si parla di Malattia X dal 2018.

In altre parole si tratta di una malattia non ancora emersa, ma che certamente ha il potenziale per porre sfide importanti alla comunità globale e al sistema sanitario.

Certo è che, fasciarsi la testa ancor prima di romperla, non giova a nessuno. Quindi il panico, l’allarmismo, l’ansia, non è il modo giusto di affrontare una probabile, ipotetica, nuova malattia.

Abbiamo già tantissime preoccupazioni a cui far fronte e malattie esistenti che piagano familiari, amici e persone a noi care. Non preoccupiamoci di qualcosa che ancora non esiste.