La tragedia è avvenuta ieri 23 settembre: un detenuto è stato accecato mentre cercava di sedare un’aggressione nei confronti di una guardia carceraria.
Avellino, detenuto accecato per sedare un’aggressione ad una guardia carceraria
Un detenuto magrebino, con numerosi problemi psichiatrici ha tentato di aggredire tre agenti della Polizia Penitenziaria, uno dei quali è stato colpito con una testata al volto, procurandosi gonfiore allo zigomo.
Al momento della colluttazione, un altro detenuto di origine italiane si trovava all’interno dell’infermeria e nel tentativo di difendere le guardie è stato accecato ad un occhio.
Le altre due guardie hanno subito calci e percosse, ma sono fuori pericolo.
Il segretario regionale SAPPE: “Nei carceri così non si può più lavorare”
Il segretario regionale SAPPE, Tiziana Guacci ha dichiarato in merito alla vicenda:
“Nel primo pomeriggio di ieri, un detenuto maghrebino armato di un coltello di circa 30 cm ha tentato di aggredire un Agente di Polizia Penitenziaria, preposto all’infermeria. Un altro detenuto, di origini italiane e ristretto nell’infermeria, si è intromesso per difendere il collega e gli è stato cavato un occhio. Sul posto, è tempestivamente intervenuto in soccorso un altro poliziotto che ha cercato di disarmare il maghrebino togliendogli il coltello. Subito dopo, lo stesso poliziotto ha salvato il maghrebino da circa 50 detenuti di origine italiana che erano accorsi per aggredirlo”. “Così non si può più lavorare”
Il Segretario Regionale del Lazio, Daniele Nicastrini: “Basta silenzio da parte delle istituzioni”
Negli ultimi mesi le rivolte in carcere sono notevolmente aumentate e nella stessa giornata di ieri, un detenuto ha ferito con una lama realizzata artigianalmente un agente della polizia penitenziaria del carcere Mammagialla, a Viterbo. In merito alla questione, anche il segretario regionale del sindacato Lazio, Daniele Nicastrini ha espresso il suo disappunto nei confronti delle problematiche carcerarie e del silenzio delle istituzioni: “Una ulteriore aggressione che ripropone i nostri allarmi di questi giorni e che hanno scaturito anche una vertenza dei sindacati locali, sulla quale non abbiamo ancora notato alcun segnale di confronto da parte dei vertici dell’amministrazione penitenziaria.
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