A Cortina la manifestazione “Pista da bob, ultima chiamata” ha espresso il dissenso verso la discussa location dei Giochi Invernali
“Pista da bob, ultima chiamata”: a Cortina la manifestazione contro la discussa location dei Giochi Invernali Milano Cortina 2026
A Cortina la manifestazione “Pista da bob, ultima chiamata” ha espresso il dissenso verso la discussa location dei Giochi Invernali Milano Cortina 2026. L’appuntamento era stato annunciato nei giorni scorsi: Cortina d’Ampezzo, ore 10:30, piazza Dibona. Il titolo chiaro, l‘intento altrettanto quello promosso dal gruppo consigliare “Cortina bene comune”. E da quanto viene riportato dall’Ansa, già nei primi momenti della manifestazione trecento persone avevano già preso parte all’evento, con altre pronte ad arrivare. E la lista delle realtà contrarie alla pista da bob si è ampliato. Da ciò che riporta il Corriere delle Alpi a sostenere la causa troviamo il CAI (Club Alpino Italiano), Legambiente, la sezione provinciale del PD, Europa Verde e i gruppi ecologisti. A questi nomi si sono aggiunti nelle ultime giornate a ridosso della manifestazione anche l’Associazione accompagnatori di media montagna del Veneto; il GISM (Gruppo italiano scrittori di montagna), il CAI centrale e le sezioni di Veneto, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Friday for Future Trento e Padova, la Legambiente Veneto, Italia Nostra, CIPRA Italia, la Rete territoriale ecologista di Treviso e Belluno. A dimostrazione di quanto la causa sia sentita, in questi giorni anche Libera di don Luigi Ciotti ha espresso la sua partecipazione: è possibile infatti leggere il lungo comunicato riportato nel loro sito ufficiale dove l’associazione spiega come intende muoversi a riguardo e di cui riportiamo il passaggio conclusivo riguardante la “Staffetta delle Alpi per olimpiadi invernali trasparenti, rispettose e responsabili”:
I partecipanti alla “Staffetta” si scambieranno un “testimone” ideata e realizzata dal designer/professore Kuno Prey, della facoltà di Design e Arti – Libera Università di Bolzano il quale ha raccolto la nostra richiesta dando rappresentazione alle parole “Trasparenza”, “Rispetto” e “Responsabilità. Il corpo del “testimone” è stato realizzato con il fusto di un giovane abete bianco proveniente da un’area schiantata dalla tempesta VAIA nel 2018. In quell’autunno, sulle Alpi orientali sono stati “soffiati” al suolo quasi 16 milioni di alberi. Una catastrofe “naturale” causata da una non adeguata gestione del territorio e dalle conseguenze del cambiamento climatico antropogenico. L’intenzione è quella di portare l‘attenzione sul forte pericolo che ulteriori interventi di sfruttamento dell’ambiente, quali molti di quelli previsti dai giochi olimpici, possono avere sull’ambiente e il clima. .
E’ folta quindi la lista di nuovi arrivi pronti a dare sostegno all’appello “Pista da bob, ultima chiamata”.
“No pista da Bob, basta cemento”: a Cortina si è svolta la manifestazione contro la discussa location per Milano Cortina 2026
“No pista da Bob, basta cemento”, questa è la scritta che campeggia sul telo bianco posizionato sullo sfondo mentre prendono il via le prime dichiarazioni. La consigliera comunale Roberta De Zanna inizia ricordando quanta gente sia contraria all’operazion e che la questione-pista da bob riguardo tutti poichè coinvolge l’ambiente. Su un cartellone bianco è scritto: “Gare di bob a Innsbruck, costi al minimo, zero consumo di suolo“. La manifestazione dopo l’inizio previsto in mattinata nella sopracitata piazza Dibona di Cortina d’Ampezzo, in cui si sono succeduti i primi interventi è proseguita con un corteo. Tra le persone che sono intervenute prendendo la parola, come riprotato dal Il Dolomiti, anche Cristina Menardi del Comitato Cortina e Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde Veneto. Davanti un evento del genere, viene ora da chiedersi quali saranno le imminenti ripercussioni e le successive mosse concreto nei confronti di tale vicenda molto sentita dalla popolazione e dalle istituzioni di Cortina. Anche perchè il tempo a disposizione per prendere una decisione è sempre meno.