L’Azerbaigian consolida il controllo del Nagorno-Karabakh e gli Stati Uniti esprimono profonda preoccupazione. Lo ha detto il Segretario di Stato Antony Blinken, chiedendo telefonicamente al premier dell’Armenia, Nikol Pashinyan, protezione per i cittadini di etnia armena nella regione.
Nagorno-Karabakh, dopo l’invasione delle truppe azere gli Stati Uniti chiedono all’Armenia la protezione dei propri cittadini
Gli Stati Uniti – ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller – chiedono all’Azerbaigian di proteggere i civili e rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali dei residenti del Nagorno-Karabakh e di assicurare che le sue forze rispettino il diritto umanitario internazionale.
Le posizioni sono chiare, i margini di trattativa decisamente meno. L’autoproclamata Repubblica dell’Artsakh, o Repubblica del Nagorno-Karabakh, collegata all’Armenia attraverso il corridoio di Laçin, rivendica dal 1991 il controllo della regione; in seguito alla guerra del 2020, l’Azerbaigian detiene tutti i territori intorno alla Repubblica escluso il corridoio, ma ha sovvertito gli equilibri irrompendo nell’area, martedì scorso, con le truppe di terra del proprio esercito. L’Armenia punta il dito sull’Azerbaigian, accusato di preparare una pulizia etnica, e nel frattempo chiama in causa l’Onu.
L’Armenia chiede una missione delle Nazioni Unite
La comunità internazionale – ha detto il ministro degli Esteri, Ararat Mirzoyan – dovrebbe fare ogni sforzo per l’immediato invio di una missione inter-agenzie delle Nazioni Unite nel Nagorno-Karabakh per monitorare e valutare i diritti umani e la situazione umanitaria e di sicurezza sul campo.
Tornando alle possibilità di trattativa:
Non abbiamo un partner per la pace, ma un Paese che dichiara apertamente che “il potere è giusto” e usa costantemente la forza per interrompere il processo. Il messaggio è chiaro: “Potete parlare di pace e noi possiamo entrare in guerra, ma non riuscirete a cambiare nulla”.
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