Oggi sabato 23 settembre si sono svolte, in diverse città della Francia, diverse manifestazioni contro il razzismo sistemico e la violenza della polizia: secondo alcune stime, hanno partecipato migliaia di persone. Temi delicati che, dopo gli scontri di luglio, le persone vogliono continuare a tenere al centro del dibattito pubblico. Per il prefetto di Parigi, però, aderire a questi cortei significa sminuire il lavoro fatto dalla polizia quotidianamente.

La situazione in Francia riguardo la violenza della polizia ed il razzismo sistemico

Prima delle manifestazioni di oggi, si erano svolti cortei analoghi nei giorni precedenti a Rouen, Tolosa, Clermont-Ferrand e altre città. Il tutto si era svolto all’insegna di slogan e cori contro la polizia, ma senza scontri o danneggiamenti.

I cortei dei giorni scorsi e di oggi sottolineano la preoccupazione e l’indignazione pubblica riguardo all’abuso di potere da parte delle forze dell’ordine e alle problematiche legate al razzismo nell’applicazione della legge. La partecipazione di così tante persone indica un forte sostegno per il cambiamento e l’urgenza di affrontare questi problemi nella società francese.

Il numero delle persone che hanno partecipato oscilla a seconda delle fonti: per France3, ad esempio, a Rennes c’erano fra le 600 e le 700 persone, 2000 a Grenoble (mentre la polizia ne ha contate 850) e 500 a Rouen. Alla testa dei cortei c’erano gli striscioni delle associazioni che chiedono giustizia per tutte quelle persone che sono morte dopo l’intervento della polizia, come nel caso del giugno scorso del giovane Nahel.

Si tratta per lo più di persone che vengono dalle banlieu e la cui morte ha generato in altri una rabbia verso un sistema economico, legislativo e sociale che giudicano oppressivo ed iniquo nei loro confronti. Le manifestazioni hanno segnalato a Macron e a parte dell’opinione pubblica che l’idea di Françafrique viene ormai considerata come un mito irragiungibile.

La risposta dell’esecutivo è quello di vigilanza e di intervento in caso di violenze. Il ministro dell’Interno, Gerard Damanin – anche per accreditarsi agli occhi di potenziali elettori per le prossime presidenziali – ha diramato una circolare chiedendo attenzione ai poliziotti e ai prefetti, segnalando chi negli assembramenti chi lancia slogan contro la polizia. Circa 1000 agenti sono stati oggi schierati a Parigi.

La manifestazione di oggi a Parigi e cosa chiedono i manifestanti

Il prefetto di Parigi Laurent Nuñez ha commentato in maniera fortemente negativa le richieste dei manifestanti e gli slogan che durante i cortei sono stati lanciati contro la polizia francese:

Le critiche alla polizia sono totalmente infondate. La maggioranza dei francesi ama la propria polizia, si fida di loro e sa che la polizia è lì per proteggerli e combattere la delinquenza. La proporzionalità dell’azione di polizia è sempre soggetta all’autorità giudiziaria e si svolge sempre in un quadro giuridico.

La polizia è costretta, per il prefetto, ad usare una violenza proporzionata solo contro quelle persone che rifiutano di conformarsi e di integrarsi nella società francese. Ricostruzione negata dai manifestanti, che si sono presentati in circa 9000 a Parigi: per loro, è la militarizzazione della polizia come anche la promulgazione di certe leggi in modo vago a creare situazioni di pericolo per le persone.

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