Le forze dell’ordine italiane hanno condotto un’importante operazione, denominata “Steal Oil“, che ha portato al sequestro di beni del valore stimato di 3 milioni di euro. L’azione è stata coordinata dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Rimini in collaborazione con la locale Procura della Repubblica. Il sequestro è stato eseguito in applicazione della normativa antimafia e coinvolge tre soggetti indagati per plurime ipotesi di reato.

Operazione ‘Steal Oil’, sequestrati oltre 3 milioni ai truffatori

Secondo quanto dichiarato dalle autorità, l’operazione “Steal Oil” ha svelato l’esistenza di un’associazione per delinquere con base a Rimini, ma operante anche in altre regioni italiane, tra cui Lazio, Umbria, Abruzzo, e persino in Belgio. Questa associazione è accusata di una serie di reati economico-finanziari, tra cui l’utilizzo di intestazioni fittizie di società, tentata truffa ai danni dello Stato attraverso la richiesta illecita di finanziamenti pubblici, ricettazione, contrabbando internazionale di oli minerali, frode nell’esercizio del commercio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Le indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria hanno rivelato che gli associati avrebbero importato illegalmente in Italia circa 900.000 litri di kerosene, presunto provento di furto da un oleodotto di una base NATO in Belgio. Questo carburante sarebbe stato poi miscelato illegalmente con gasolio e olio rigenerato in un deposito abusivo, per essere venduto a ignari clienti attraverso decine di distributori stradali di carburante compiacenti in varie regioni d’Italia.

Le indagini sono state particolarmente complesse a causa delle numerose condotte delittuose coinvolte, del numero di indagati e società coinvolte, nonché del parallelismo con un’indagine simile in Belgio. È stato necessario inviare un Ordine Investigativo Europeo e coordinarsi con la Procura europea (EPPO) competente per i reati commessi contro gli interessi dell’Unione Europea.

Alla fine delle indagini, sono state segnalate 46 persone per vari reati, tra cui associazione per delinquere, truffa aggravata, ricettazione, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico, frode nell’esercizio del commercio, sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa su prodotti energetici, alterazione di congegni e irregolarità nella circolazione.

Le società coinvolte nell’operazione hanno sede a Rimini e in altre province italiane e operano in vari settori, tra cui commercio di prodotti petroliferi, trasporto su strada, vendita di autovetture, servizi per le imprese, compravendita di beni immobili, costruzione ed elaborazione dati contabili.

Inoltre, uno degli indagati era già stato oggetto di un provvedimento di confisca di beni per circa 35 milioni di euro, emesso in seguito a un’indagine precedente condotta dalla Guardia di Finanza di Rimini. Gli accertamenti economico patrimoniali hanno portato all’esecuzione di questo provvedimento, che ha coinvolto quote sociali e beni strumentali di 4 società, nonché l’acquisizione di un appartamento sul lago di Endine, un altro in provincia di Forlì-Cesena, oltre a 10 autoveicoli, beni di lusso come orologi e gioielli in oro e diamanti, pellicce e disponibilità finanziarie.