Miguel Indurain si è recato a Cesenatico, città dove nel 1970 è nato Marco Pantani. Uno dei principali rivali del compianto corridore azzurro, scomparso nel 2004, ha visitato il museo dedicato al Pirata.
Indurain visita il Museo dedicato a Pantani: “Affrontarlo era durissimo”
Miguel Indurain si è recato a Cesenatico, città dove nel 1970 è nato Marco Pantani. Uno dei principali rivali del compianto corridore azzurro, scomparso nel 2004, ha visitato il museo dedicato al Pirata. L’ex ciclista spagnolo nel corso della sua visita ha incontrato anche Paolo e Tonina Pantani, genitori appunto di Marco. Indurain in precedenza non era mai stato a Cesenatico e ha voluto rendere omaggio al suo grandissimo avversario. Un momento toccante e caloroso, nel ricordo dei tempi d’oro che hanno segnato una parte importante della storia del ciclismo.
Indurain ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, commentando proprio la difficoltà delle sfide con Marco Pantani:
“Affrontare Pantani era durissimo quando la strada s’impennava. Allora c’erano salite lunghe, ma pedalabili. Potevo difendermi e aspettare le amiche crono che erano il mio pane. Ora le hanno accorciate, quasi cancellate. Fanno pochi ascolti e siccome comandano le tv. Ci vogliono testa, gambe e coraggio. Ma in tv non rende. Le salite invece fanno spettacolo, e infatti gli organizzatori dei grandi giri ne mettono sempre di più. Marco era uno scalatore puro, impossibile tenere quel passo. Il più forte di sempre in montagna? Difficile fare paragoni, ma vi assicuro che era pazzesco”.
Miguel Indurain va a Cesenatico per visitare il Museo dedicato al Pirata
Miguel Indurain fra il 1984 e il 1996 è riuscito a vincere due Giri d’Italia e ben cinque Tour de France consecutivi. Il dominio dello spagnolo in Francia è durato dal 1991 al 1995, anno in cui Pantani vinse la classifica dedicata ai giovani. Il Pirata riuscì a superare in classifica Indurain anche nel Giro del 1994, quando arrivò secondo alle spalle del russo Berzin. E lo spagnolo, sempre nel corso dell’intervista alla rosea, ha voluto ricordare quell’edizione:
“Fino all’anno prima avevo lottato con altri italiani, Bugno e Chiappucci su tutti. Mi avevano parlato di un ragazzino terribile in salita, Pantani. C’era Berzin in rosa, lui va in fuga sul Mortirolo. In discesa lo riprendo e ragiono: ‘ora mi porta all’arrivo: a lui la tappa a me la maglia’. E invece non avevo mangiato: crisi di fame inevitabile. Marco mi saluta al primo tornante, non andavo più avanti e addio Giro”.
Indurain successivamente si è soffermato sul doppio risultato storico ottenuto nel 1993, un anno in cui lo spagnolo vinse sia il Giro d’Italia che il Tour de France. Cinque anni dopo, anche Pantani seguì le orme del collega iberico trionfando tanto in patria quanto in Francia. E Indurain, ha risposto così sulla possibilità di rivedere un ciclista trionfare in entrambi i Grandi Giri in un’unica stagione:
“Certo che sì, ma serve prepararsi in modo diverso. Niente classiche, ma è una rinuncia ben ripagata. Chi centra la doppietta scrive la storia. Oggi potrebbero riuscirci Vingegaard e Pogacar, certo il Giro dovrebbe essere meno duro. Anche Roglic potrebbe tentarci ma scarto Evenepoel. È un corridore fantastico, ma non regge mentalmente tre settimane”.
Miguel Indurain torna in Italia: lo spagnolo parteciperà all’edizione 2023 della Nove Colli
Indurain successivamente ha espresso le proprie preferenze guardando ai migliori ciclisti di oggi, spendendo delle belle parole per Wout Van Aert. Allo spagnolo però piace anche Filippo Ganna, vincitore della medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre a Tokyo 2020. A livello olimpico, Indurain nell’ultimo anno da professionista si è aggiudicato il primato nella cronometro di Atlanta 1996:
“Il primo preferito era Dumoulin, ora è Van Aert. Può vincere su ogni terreno. Ganna? È un pistard eccezionale. Motore spaziale a crono, ma sta cambiando pelle. Può essere un’idea, però prima pensi a Parigi. L’oro olimpico è per sempre e se lo ottieni in Francia…”
In conclusione Indurain, che parteciperà all’edizione 2023 della Nove Colli, si è soffermato anche sui cambiamenti del ciclismo contemporaneo. A suo giudizio, il mondo ciclistico ha subito dei profondi mutamenti. Lo spagnolo ha ricordato i momenti in cui lui e Pantani correvano con i panini nella maglia, portandosi dietro il pranzo come in una Gran Fondo. Indurain, che oggi si gode ancora la passione per la bicicletta, ha rivolto un ultimo pensiero al Grande Pantani. A suo giudizio, la fine del ciclista italiano rappresenta ancora oggi un’ingiustizia. E a Indurain sarebbe certamente piaciuto correre la Nove Colli insieme al Pirata, ricordando i fasti di quelli anni d’oro ormai distanti.