È salita alla ribalta delle cronache, negli scorsi giorni, la storia di Adamo Guerra, l'uomo creduto morto suicida e ritrovato in Grecia dalla redazione di "Chi l'ha visto" dopo 10 anni dalla sua scomparsa. Una storia iniziata il 7 luglio 2013 ad Imola e non ancora finita: per il suo comportamento, l'uomo, all'epoca 45enne, rischia ora di vedersi contestare dei reati. A spiegarlo è il Corriere della Sera, che riporta anche le dichiarazioni rilasciate dal suocero ai microfoni dei giornalisti.
Così, ai microfoni del quotidiano milanese, il suocero di Guerra ha ripercorso gli attimi precedenti alla sparizione dell'uomo. Era il 2013. Adamo, 45 anni, aveva lasciato alla sua famiglia una serie di lettere in cui annunciava che l'avrebbe fatta finita. Poi, come se nulla fosse, era scomparso. Facendo ritrovare la sua auto nei pressi del porto di Lugo, in provincia di Imola, per far pensare che si fosse gettato in mare.
In realtà era salito su un traghetto e si era recato in Grecia, dove oggi lavorerebbe in un'agenzia di servizi. A scovarlo, dopo 10 anni, è stata la redazione della trasmissione "Chi l'ha visto?", che da tempo si occupa della ricerca delle persone scomparse e che, di recente, si era imbattuta nel nome dell'uomo nelle liste dell'Aire, l'Associazione degli italiani residenti all'estero, facendo crollare il suo castello di bugie.
Secondo quanto riporta Repubblica, in molti, nella sua cittadina d'origine, sapevano che non era morto: la voce era arrivata da un po', non si sa bene come. L'ipotesi è che avesse mantenuto dei contatti con qualcuno.
Al Corriere della Sera il procuratore di Ravenna, Daniele Barberini, ha fatto sapere che al momento sulla vicenda non è stato aperto alcun fascicolo d'inchiesta. E che, se anche ci fosse, il reato di procurato allarme - contestabile a chi finge un suicidio - sarebbe comunque caduto in prescrizione. Tuttavia qualcosa l'uomo rischia.
Sicuramente non per essere sparito nel nulla, perché esiste il diritto all'oblio. Ma per il fatto di aver violato i suoi obblighi di assistenza familiare (articoli 570 e 570 bis del codice penale) sì. Le figlie erano minorenni, all'epoca dei fatti e lui, da padre, avrebbe dovuto prendersi cura di loro quanto la moglie. Tutte e tre potrebbero quindi decidere di costituirsi parte civile e chiedergli di pagare loro i danni morali ed economici, a mò di risarcimento per quanto accaduto.
Non è escluso poi che Guerra abbia anche dei conti in sospeso con lo Stato, essendo sparito nel nulla senza preavviso. Di tutto ciò dovrà farsi carico ora che è stato trovato. Perché all'epoca eventuali creditori non avrebbero potuto ottenere "giustizia", credendo che fosse morto. Ci si chiede, intanto, come abbia fatto a passare inosservato per così tanto tempo, nonostante conducesse una vita apparentemente normale.