Nella giornata della CGIL in piazza del Popolo con i metalmeccanici di Fiom, il segretario generale Landini in una conferenza stampa ha illustrato tutte le preoccupazioni del sindacato riguardo al futuro e la dignità del lavoro in Italia.
Inoltre Landini ha colto l’occasione per rispondere alle polemiche riguardo al contratto sulla comunicazione attivato dalla Cgil con una società vicina al segretario.
Per Landini non ci sono conflitti con la società dell’amico Prandi
Dignità, era proprio il tema della giornata dei metalmeccanici di Fiom, ma l’argomento che più ha infiammato la conferenza con il segretario è stato il caso del contratto della comunicazione della Cgil a Gianni Prandi, amico d’infanzia dello stesso Landini.
“Io non so come dirvelo, i 2,7 milioni che sono nel bilancio sono i soldi che servono per tutte le attività della comunicazione della Cgil e pagare gli stipendi. Tra questi ci sono anche i soldi che spendiamo per stampare le 5 milioni di tessere degli iscritti. Questi milioni sono spesi per la CGIL. La società di Prandi non ha percepito neanche un euro. Lavorerà per noi per altri 4 anni a titolo gratuito”
Il ruolo di portavoce non serviva più alla Cgil
Oltre alla questione Prandi si è aperto anche il caso dell’ex portavoce del sindacato licenziato per ragioni che, come ha spiegato lo stesso Landini ai giornalisti presenti, sono prettamente economico strategiche. Anche perché la Cgil è pur sempre un soggetto privato, autonomo e libero da vincoli politici.
“Non si deve confondere il ruolo del portavoce, il nostro ex portavoce non ha mai partecipato all’organizzazione della comunicazione. Nella riorganizzazione fatta dalla mia segreteria abbiamo convenuto che quel ruolo non fosse più necessario e quindi deciso di chiudere il rapporto di lavoro, lo abbiamo fatto nel rispetto delle leggi”
Polemica finita? Neanche per sogno. Alcuni hanno insistito nel chiedere le spiegazioni a sostegno del fatto che un sindacato non abbia garantito il posto ad un proprio lavoratore.
Landini non ha cercato giustificazioni, ha invece cercato di spiegare come la riorganizzazione della comunicazione ha portato a scelte precise e ponderate tra i vari organi decisionali.
Polemiche con il governo:
Ma la polemica più grande il segretario l’ha tirata fuori quando ha accusato senza mezzi termini il governo Meloni di voler mettere sotto controllo il sindacato attuando una vigilanza che non ha nessuna giustificazione democratica.
“Il governo invece di affrontare i problemi, ha scelto di fare un’interpellanza con delle supposizioni sommarie chiedendo poi di vigilare la Cgil. Noi non abbiamo nulla da nascondere. Questo è un fatto gravissimo mai accaduto prima. Questi sono gli elementi portanti della democrazia. Si cerca di delegittimare il sindacato, noi abbiamo la storia che parla per noi con 5 milioni di iscritti. Siamo noi che vigiliamo sul governo, lo facciamo per vigilare sul paese”
Un caso molto particolare che il segretario Landini denuncia un “attacco politico verso la Cgil e il suo segretario” cosa che sarebbe un caso unico nella storia politica del nostro paese.
“In 2 giorni hanno dato la risposta che devono vigilare sulla Cgil, un’organizzazione democratica che non ha niente da nascondere, con più di 5 milioni di iscritti. Siamo noi che vigiliamo sul governo, su quello che fa perché vogliamo cambiare il paese e risolvere i problemi“.