Anche Elly Schlein sposa la causa della settimana lavorativa corta, in fase di sperimentazione in Europa e in alcune aziende italiane. Una soluzione, spiega la segretaria dem, che “dimostra addirittura un aumento di produttività“.

Lavorare troppo e male non aumenta la produttività. La settimana lavorativa di quattro giorni è una misura che porta alcuni benefici importanti, come il prezioso tempo delle persone, la riduzione delle emissioni e aiuta il riequilibrio di genere nel mondo del lavoro.

Tanti i temi affrontati dall’ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna nella sua intervista a Fanpage. Un accenno anche alla questione delle droghe leggere, ritenuta “una misura necessaria“.

Nei paesi dove già è stato fatto si dimostra che depenalizzare non aumenta il rischio, anzi si può controllare meglio il rischio con una buona informazione. E poi serve per scalzare il traffico di stupefacenti che arricchisce le mafie.

Schlein dalla settimana lavorativa corta ai migranti: “La destra ha fallito completamente”

Non poteva mancare una stoccata al governo Meloni sulla questione migranti. La stessa premier “ha illuso le persone” attraverso “proposte inumane e non praticabili come quella del blocco navale“.

La destra ha fallito completamente con le sue politiche.

Anche a livello europeo, sostiene Schlein, il regolamento di Dublino “è la madre di tutte le ipocrisie”. Le norme comunitarie sul diritto d’asilo sono da “riformare”, in una “battaglia che il Partito Democratico ha sempre fatto in solitudine”.

Bisognerebbe avere il coraggio di dire a quei Paesi che non vogliono la solidarietà sull’accoglienza che allora non possono avere i fondi strutturali. Non si possono volere solo i benefici di far parte dell’Unione, senza condividere mai le responsabilità che ne derivano.

Nel mirino anche la legge Bossi-Fini, che “permette di immigrare regolarmente in Italia soltanto se un datore di lavoro senza conoscerti, ti chiama nel tuo Paese e ti offre un impiego”. Un’opzione che “non accade mai”.

Bisogna invece riuscire a scrivere delle politiche migratorie che siano adeguate anche a rispondere a quello che il mondo produttivo sta segnalando, e cioè la necessità che ci siano canali regolari per chi vuole venire a lavorare e a costruirsi un futuro migliore.

“Se chiediamo a un italiano se sta meglio di un anno fa, la risposta la conosciamo”

Un giudizio, quello sull’attuale esecutivo, che “rischia di essere scontato”. La segretaria del Partito Democratico fa un esempio per spiegarsi meglio.

Se chiediamo a un italiano o un’italiana se sta meglio di un anno fa la risposta la conosciamo tutti, purtroppo. Perché questo è stato un governo che per un anno ha mostrato il suo vero volto. Quello che colpisce i poveri, anziché contrastare la povertà. Quello che ha fatto un decreto sul lavoro che in realtà aumenta la precarietà.

Una chiosa anche sull’ipotesi elezione diretta del premier, un “disegno” che a detta di Schlein “scardina gli equilibri ben costruiti in Costituzione tra i poteri dello Stato”.

Noi siamo convinti che non bisogna indebolire il presidente della Repubblica perché è l’istituzione che in questi anni di difficile navigazione per l’Italia ha garantito maggiore stabilità e credibilità internazionale a questo Paese.

La conclusione dell’intervista è dedicata al ponte sullo Stretto, considerato “un progetto veramente anacronistico” ed “estremamente costoso”.

Penso che sia la strada sbagliata e che si parli di questo per negare l’assenza di investimenti infrastrutturali sulla mobilità in Sicilia e in Calabria. Le risorse si possono investire meglio e subito.