Caro benzina, il prezzo rischia di aumentare ancora. La Russia continua a colpire il settore energetico con una sospensione delle esportazioni di diesel e benzina. Questo sta causando preoccupazione in Europa e potrebbe avere ripercussioni sul commercio mondiale dei carburanti, non solo in Europa.

Caro benzina, il prezzo rischia di aumentare ancora

Mosca ha temporaneamente proibito l’esportazione di benzina e gasolio verso tutti i paesi al di fuori dei quattro Stati dell’ex Unione Sovietica con l’obiettivo di stabilizzare il mercato interno.

Questo divieto potrebbe interrompere le forniture di carburante prima dell’inverno, ma l’impatto dipenderà dalla durata della sospensione.

Questa situazione allarma tutti, non solo i commercianti di petrolio e i camionisti. Il gasolio viene utilizzato anche nelle navi, nei treni e in settori come l’agricoltura, la manifattura e l’edilizia. In poche parole, l’economia globale dipende da questo carburante.

L’Europa deve preoccuparsi di questa mossa di Putin perché la Russia ha spiegato che la sospensione delle esportazioni aiuterà a ridurre i prezzi dei carburanti nel paese. Mosca ha sofferto di una carenza di benzina e gasolio negli ultimi mesi, con un aumento dei prezzi. Questa situazione è stata particolarmente problematica nelle parti meridionali del paese, dove il carburante è essenziale per la raccolta.

Esportazioni già ridotte

La Russia ha già ridotto le sue esportazioni di diesel e gasolio di quasi il 30% nei primi 20 giorni di settembre rispetto ad agosto. Secondo i dati, la nazione ha spedito più di un milione di barili al giorno di carburante diesel quest’anno, rendendola il principale esportatore mondiale tramite mare. La sospensione delle esportazioni comporterà una notevole perdita di offerta nel mercato, in grado di soddisfare l’intera domanda della Germania.

Il divieto non si applica al carburante fornito tramite accordi intergovernativi con i membri dell’Unione economica eurasiatica guidata dalla Russia. Il divieto entrerà in vigore il 21 settembre, ma le spedizioni di carburante già accettate o già in transito non saranno interessate. Tuttavia, una volta che il divieto sarà revocato, c’è il rischio di un’offerta eccessiva nel mercato poiché gli esportatori cercheranno di scaricare le scorte accumulate.