Donazioni di soldi tra genitori e figli, che siano spiccioli o grosse cifre, possono essere tracciati dal fisco e rischiare pesanti sanzioni. L’Amministrazione finanziaria rincorre i movimenti finanziari sospetti, il legame di parentela non libera dai controlli. Nelle ultime settimane, sono giunte moltissime domanda che sollevano il problema del rischio di sanzioni per la donazione di denaro tra genitori e figli.
Un’azione normale, talvolta abitudinario, può trasformarsi in un fastidio problema con risvolti tutt’altro che semplici. Questo perché al fisco non basta il grado di parentela per classificare la donazione di denaro come regolare ai occhi della legge. È più probabile che l’Amministrazione finanziaria cerchi il “pelo nell’uovo” per scovare la transazione illecite. Inoltre, il contribuente deve essere in grado di dimostrare l’origine del denaro e la ragione della transazione.
Nella migliore delle ipotesi i soldi sono già tassati alla fonte, come nel caso di proventi di stipendi e pensioni. Molte situazioni sono riconducibili a vincete a gioco, in cui il fortunato vincitore riceve l’importo netto della vincita scorporata del prelievo fiscale. Esistono anche situazioni esentasse, come i risarcimenti danni e molte altre. Analizziamo ora quale sia il modo per effettuare la donazioni tra genitori e figli senza scatenare il fisco.
Donazione di soldi tra genitori e figli
Prima di approfondire la questione della donazione di denaro, è importante analizzare i dettagli normativi che riguardano le imposte di donazione. Nello specifico, l’Agenzia delle Entrate nella sezione apposita “imposta di donazione”, spiega che il beneficiario di una donazione è tenuto al pagamento di un’imposta. In base a rapporto tra le parti interessate nel contratto di donazione, si applicano diverse aliquote, per cui si procede alla tassazione della parte eccedente il valore della donazione. L’atto di donazione viene stipulato da un notaio, che si occupa della registrazione e della regolarizzazione delle imposte.
In base al rapporto di parentela tra le parti vengono individuate le aliquote e franchigie:
- 4% per il coniuge e i parenti in linea retta, da calcolare sul valore eccedente 1 milione di euro, per ciascun beneficiario
- 6% per fratelli e sorelle, da calcolare sul valore eccedente 100mila euro, per ciascun beneficiario
- 6% da calcolare sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia), per gli altri parenti fino al quarto grado, affini in linea retta, affini in linea collaterale fino al terzo grado
- 8% da calcolare sul valore totale (cioè senza alcuna franchigia), per le altre persone.
Se a beneficiare del trasferimento è una persona affetta da grave disabilità l’imposta grava sulla parte del valore della quota che supera 1.500.000 euro, senza prendere in considerazione il grado di parentela tra i soggetti coinvolti.
Quanti soldi si possono donare ai figli con bonifico?
Chiariamo sin da subito che la normativa non prevede una soglia massima o minima per le donazione tra genitori e figli. Questo significa che un genitore può trasferire al figlio tramite bonifico una somma come regalo, che sia di 10.000 euro o anche più alta, senza temere conseguenze da parte del fisco.
Quanti euro si possono donare ai figli?
Oltre alle quote di legittima spettanti di diritto al figlio (che è la metà del patrimonio, ridotto a un terzo in presenza del coniuge superstite), in presenza di più figli, l’eredità viene spartita in due terzi, ridotta della metà che spettante al coniuge superstite.
Per quanto riguarda la donazione di denaro, non ci sono limiti specifici. Ciò significa che un genitore può regalare una grossa somma di denaro in un’unica tranche o procedere con più donazioni con una frequenza causale nel corso di uno specifico periodo, a sua discrezione.
Tuttavia, è bene ricordare che a partire dal 1° gennaio 2023, il limite dell’utilizzo del denaro contante corrisponde a 4.999,99 euro.
Di conseguenza, la donazione con trasferimento di denaro attraverso l’uso di mezzi tracciabili, come assegni, bonifici e così via, deve risultare pari a 5.000 euro.
Come trasferire una donazione di soldi tra genitori e figli senza rischi col Fisco?
Le transazioni di entrata e uscita dal proprio conto corrente confluiscono nell’anagrafe tributaria. Ciò significa che l’Amministrazione finanziaria interviene nel momento in cui evidenza delle irregolarità. In molti casi, è la banca stessa che segnala l’operazione sospetta all’Unità di Informazione Finanziaria per l’Italia (UIF). Ciò avviene quando si eseguono transazioni che superano i 10.000 euro. Benché non tutte le operazioni siano sospette, viene comunque segnalato all’Amministrazione finanziaria per una verifica del movimento bancario. Nelle circostanze dubbie, il fisco può richiede di giustificare la provenienza del denaro.
In altre parole, quanto più alta è la donazione, tanto più è probabile un intervento del fisco che richieda il motivo della transazione.
Tuttavia, utilizzando un movimento tracciabile e fornendo la giusta causale, come ad esempio contributo spese, regalo per acquisto (macchina, casa, elettrodomestici e così via), è possibile evitare complicazioni con il fisco.